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L’appello di Militant A degli Assalti Frontali: “Artisti si mobilitino per porti aperti”

L’appello di Militant A degli Assalti Frontali: “Artisti si mobilitino per porti aperti”

a cura di Skatèna 

Fonte Andkronos

“Tutti noi abbiamo delle responsabilità personali e collettive e ognuno nel proprio ambito dovrebbe impegnarsi in difesa dei diritti umani, parlo anche ai miei colleghi artisti, facciano sentire la propria voce in difesa dei migranti. I porti dobbiamo aprirli non solo in mare, ma anche dentro le città”. Così all’Andkronos ‘Militant A’, la voce del gruppo rap ‘Assalti frontali’ commenta la decisione del Viminale di trasferire in Spagna, dopo 18 giorni di stallo, i 107 migranti ancora a bordo della nave Open Arms.

“E’ importante parlare e prendere posizione – aggiunge il cantante degli ‘Assalti frontali’ – con la poesia, con i video, con le canzoni”. Come fece proprio il gruppo rap già otto anni fa, quando uscì con il singolo ‘Lampedusa lo sa‘. Il testo condanna i respingimenti e celebra l’isola siciliana oggi al centro dello scontro politico sulla gestione dei flussi migratori verso l’Italia che il gruppo rap definisce “porta della vita/ porta dell’Europa/ Lampedusa lo sa – recita un passaggio del testo – si spezza il pane/ non si lascia annegare/ non si lascia una barca quattro giorni in mezzo al mare/ bloccata lì da una corvetta militare”.

E’ richiamandosi a questi principi adesso che ‘Militanti A’ attacca frontalmente il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Le sue scelte sono vergognose – dice – Salvini è forte con i deboli e deboli con i forti. Ora lui è il suo governo paghino queste scelte inumane, che ricadono su tutti noi come popolo. Spero che questo governo cada al più presto”, auspica.

“Le migrazioni – prosegue il cantante degli ‘Assalti frontali’ – sono un fenomeno che va affrontato nel modo più giusto possibile. La strage in mare è costante, ci ricorda che occorre intervenire trovando delle risposte di sistema a livello umano, sociale, culturale. Non bisogna sentirsi schiacciati dalla grandezza del fenomeno, ognuno di noi può fare qualcosa anche nel suo piccolo”.

Anzitutto “vanno riviste le norme di Dublino – sottolinea Militant A – perché geograficamente l’Italia e Lampedusa sono il primo punto di approdo. Occorre consentire ai migranti di attraccare e poi di spostarsi in tutta Europa. L’Europa dovrebbe essere un grande abbraccio per chi arriva e sappiamo tutti che la maggioranza di loro non vuole rimanere assolutamente in Italia”.

Mentre prosegue lo scontro sul destino dei 108 migranti a bordo della nave ancorata a poca distanza dalla costa di Lampedusa, “noi parteciperemo alle iniziative de ‘La giusta rotta’, la campagna di sensibilizzazione e informazione organizzata da Open Arms, Sea Watch, Mediterranea che si terranno a Genova, Roma, Napoli e Lampedusa. A Roma, il 27 settembre saremo allo spazio sociale Acrobax”, dove si svolgerà l’appuntamento romano della campagna.

Chiederanno i porti aperti, “che non sono solo quelli in mare – ripete Militant A – ma sono anche le occupazioni sotto sgombero nelle città, come il palazzo in via del Caravaggio, a Tor Marancia, a Roma, che è di proprietà di un costruttore che l’aveva lasciato vuoto e che possiede altre mille proprietà immobiliari. Quei luoghi sono punti di prima accoglienza, di sostegno. Oltre a offrire un tetto a chi è in emergenza abitativa sono luoghi dove si sperimentano e si mettono in campo buone pratiche di condivisione e inclusione sociale”.

Nel marzo scorso, conclude Militant A, “sono stato a bordo della nave Ionio a Palermo, prima che venisse sequestrata, per dare il mio sostegno all’equipaggio. Quando stai sopra queste navi ti rendi conto di tutte le difficoltà a cui è sottoposto chi decide di dedicare la propria vita al salvataggio di altri essere umani. E’ anche per questo che dobbiamo impegnarci tutti per aprire i porti a ogni livello, in mare e in città”.

Pubblicato il: 19/08/2019 da Skatèna