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Desmond Dekker & The Aces: “Israelites” (1969)

Desmond Dekker & The Aces: “Israelites” (1969)

(I gotta tell you) My shirt dem a-tear up, trousers are gone 
I don’t want to end up like Bonnie and Clyde 
Oh-oh poor me, the Israelite

(Israelites: a timeless masterpiece that knew no boundaries)

 

di Skatèna

Il 25 maggio 2006 ci lasciava Desmond Dekker, musicista ska, rocksteady e reggae. Era nato a Saint Andrew, in Giamaica, il 26 luglio 1941.

Lo ricordiamo con un videoclip del 1969 in cui canta Israelites, brano incluso nell’album Rastabation:

Israelites, scritta insieme a Leslie Kong, divenne una hit del gruppo Desmond Dekker & The Aces, svettando nelle classifiche nel 1969. Sebbene in pochi ne avessero compreso il testo, raggiunse il primo posto nella classifica reggae in Gran Bretagna e la posizione n. 9 nella US Top Ten.

Il brano fonde elementi del rastafarianesimo e della sottocultura dei rude boys, sviluppatasi in Giamaica agli inizi degli anni ’60. “Rude boy” è un’espressione tipica dello slang giamaicano (letteralmente significa “ragazzo rude” o “ragazzo grezzo“, da intendersi anche come ragazzo di strada), che per definizione rappresenta il sostenitore della tradizione musicale giamaicana, ovvero ska, rocksteady e reggae.

Nel 1969, dopo il grande successo in UK, Israelites arrivò anche in Italia, e col suo ritmo ossessivo e trascinante piaceva molto ai giovani di allora, che la ballavano durante le feste. Ma i ragazzi, cfhe all’epoca erano per la maggiorparte ignari della lingua inglese, in quanto dell’inglese si studiava ai licei solo la letteratura, si limitavano alla parola “israelites” che ovviamente traducevano con “israeliani”, anche perchè in quel periodo si era appena conclusa  la “guerra dei 6 giorni” con la vittoria degli israeliani guidati da Moshe Dayan e  Golda Meir. Nessuno di quei ragazzi (o quasi) sapeva che stava ascoltando uno dei primi successi reggae in UK (imparentato in questo caso più con lo ska originario, ma già innovativo grazie alle intuizioni di Dekker) e che il povero Israelita di cui alle lyrics è in realtà un etiope e un suo discendente giamaicano (o in generale un oppresso) credente nella religione rastafariana, catturato e deportato dalla terra natale, la mitica città di Sion (il nucleo di Gerusalemme, che però per i rastafariani è in Etiopia).

Di seguito, l’audio ufficiale di Israelites pubblicato nel 1968 dalla leggendaria Trojan Records:

Pubblicato il: 25/05/2020 da Skatèna