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NOCRAC: INTERVISTA AD ANDREA MARAZZI

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Nel corso dell’ultima puntata di Melting Pot, abbiamo avuto il piacere di parlare con Andrea Marazzi, voce e basso dei NOCRAC, band torinese che si muove tra rock alternativo, elettronica e psichedelia. Con lui abbiamo approfondito la genesi di “Sogno”, nuovo singolo estratto da “Sexy Droga”, album in arrivo per Overdub Recordings.

Andrea Marazzi racconta che la scelta di pubblicare Sogno come singolo non è casuale: «È un brano che chiude la prima parte del disco e rappresenta una sorta di unicum all’interno del progetto. È molto scuro e psichedelico, perfetto per concludere il primo lato del vinile».
Il pezzo, nato da una registrazione pianoforte e voce e poi arricchito in studio con elementi elettronici, alterna introspezione e tensione, fondendo la dimensione umana con quella più cupa e artificiale del suono. «L’aspetto più emotivo è uscito nella registrazione in presa diretta, mentre tutta la parte più oscura è stata creata al computer» spiega Andrea.

Il gruppo ha definito il brano come “dark ambient pop”, un’etichetta nata «un po’ per scherzo», ma che in realtà descrive bene il mix di atmosfere: «È pop perché ha una melodia accessibile, dark per la sua natura scura e ambient per la costruzione sonora elettronica che crea uno spazio più che una semplice canzone».

L’album Sexy Droga è un concept sulle dipendenze e le ossessioni, ispirato tanto a esperienze personali quanto a una riflessione generazionale: «È un disco autobiografico, nel senso più ampio possibile. Racconta vite diverse, ma che convivono dentro lo stesso personaggio. È una riflessione su come affrontiamo le nostre dipendenze, le fragilità e le illusioni».

Importante anche il legame con Torino, città che influenza profondamente il suono e l’immaginario della band: «Torino è lo spazio in cui sono ambientate le storie di questo disco. Chi la conosce riconoscerà nei testi un sacco di riferimenti a luoghi reali come il Bunker o il Desert. È una città che ti tiene legato con radici invisibili, e ha inciso anche nel modo in cui abbiamo suonato: molti brani sono nati a bassissimo volume, nel retro di una chiesa, in uno studio che ci ha imposto una certa lentezza e introspezione».

Tra le collaborazioni spicca quella con Davide “Busta” di Subsonica, che ha messo a disposizione sintetizzatori e studio di registrazione. «Più che un featuring è stato un supporto umano e sonoro. Ci ha accolti e ci ha aiutato a sperimentare», racconta Marazzi.

Sul valore dell’indipendenza artistica: «Essere indipendenti oggi è difficile. Forse non lo si è mai davvero, ma almeno possiamo dire di essere artefici dei nostri fallimenti, ed è già qualcosa».

I riferimenti musicali della band spaziano dai Nine Inch Nails ai CCCP, due poli opposti che rivelano il loro approccio: «Amiamo la capacità dei CCCP di rendere originale in Italia un suono non italiano, e di Reznor ci affascina la fusione tra elettronica, fisicità e fragilità. Ci interessa unire la tecnologia all’umanità».

Tra i temi centrali del disco ci sono fallimento, vulnerabilità e ironia, trattati senza retorica. «Non abbiamo cercato di parlare di dolore o fragilità, ci vengono naturali. L’ironia è un modo per non cadere nella retorica del dramma», conclude Andrea.

Alla fine dell’intervista, prima di salutare gli ascoltatori, Marazzi ha lanciato il brano “Malin Cocktail”, primo singolo tratto dall’album: «È uno dei pezzi più simbolici del progetto, ispirato al romanzo Alexis di Marguerite Yourcenar. Parla di confessione, di debolezza e di verità: in fondo, è l’artista che si rivolge al pubblico e ammette le proprie fragilità».
SEXY DROGA LATO B
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