Amici miei
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Amici miei di Mario Monicelli





Firenze. Quattro amici cinquantenni, che poi diventano cinque, si divertono a compiere “zingarate”, cioè scherzi, a volte estrosi, più spesso crudeli, con spirito pienamente toscano. Sono accomunati da una profonda disillusione, e senso di fallimento personale, che cercano di esorcizzare non prendendo nulla sul serio, neanche sé stessi, e facendosi beffa di ogni cosa. Una commedia di costume sagace e geniale, che è pervasa da un senso per nulla dissimulato di misantropia, ed in particolare di forte misoginia. Pensata da Pietro Germi, che l’affidò a Mario Monicelli (morì infatti il primo giorno di riprese) è opera discontinua, che oscilla tra sfrenata comicità e cupo senso di morte, non sempre trovando un equilibrio. Campione d’incassi, nel 1975 batté al botteghino il blockbuster lo Squalo. Straordinari i cinque interpreti.
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