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Quando era Moe Tucker a cantare nei Velvet Underground

Quando era Moe Tucker a cantare nei Velvet Underground

Perché amo alla follia i Velvet Underground di Lou Reed e li considero da sempre LA BAND NUMERO UNO della storia della musica rock?

  • Per la loro attitudine punk prima che il punk esplodesse.
  • Perché sono stati uno schiaffo potente per le convenzioni borghesi, un pugno nello stomaco per la società americana conservatrice e bigotta di fine anni Sessanta.
  • Perché sono stati avanguardia e innovazione allo stato puro, andando “in direzione ostinata e contraria” in un periodo in cui tutto era infestato dall’estetica colorata e freakkettona del Peace and Love.
  • Perché sono stati un miscuglio di genialità e irriverenza.
  • Perché le loro canzoni, alcune divenute iconiche e immortali, avevano lo stigma della novità assoluta, esprimevano sentimenti e atteggiamenti inediti, portando la sperimentazione fino a quel limite estremo oltre il quale coscienza e controllo si perdono.
  • Perché hanno saputo vedere la poesia nei bassifondi e nel “cattivo gusto”, combinando emarginazione e raffinatezza.
  • Perché hanno rappresentato la realtà nuda e cruda, così com’era: un palcoscenico in cui avevano la meglio i vizi, in cui la freddezza e il cinismo erano tutt’uno e il trasformismo diventava arte. Sullo sfondo, la città di New York, complice di atteggiamenti e condotte allora considerati off-limits (per esempio bisessualità e travestitismo), banditi dai media, rifiutati dalla classe “perbene”, respinti dalla gente “normale”.

Per celebrare i Velvet Underground oggi, la mia scelta è alquanto insolita, visto che vi propongo l’ascolto di due loro pezzi in cui a cantare è la batterista Maureen Tucker.

Si tratta di “I’m Sticking with You” e “Afterhour”: miele assoluto per le orecchie.

I’m sticking with you‘Cause I’m made out of glue

  • “I’m made of glue” (“Sono fatta di colla”) canta Maureen (Moe) Tucker, batterista dei Velvet Underground. “I’ll do anything for you”, risponde Lou Reed, voce, autore, leader del gruppo di cui Andy Warhol fu manager. I’m Sticking With You si sviluppa come un valzer bambinesco, seguendo gli istinti più giocosi del gruppo newyorchese: la filastrocca di un amore totalizzante, il ping pong di due innamorati che vedono la propria storia sentimentale nascere in una giornata di sole, felici di vivere appiccicati, in simbiosi: “anche se i vietcong combattono i soldati, con te al mio fianco posso fare qualsiasi cosa”. Registrata originariamente nel maggio 1969, quando i Velvet erano ancora pienamente attivi (l’anno prima era uscito White Light/White Heat), I’m Sticking With You è stata pubblicata nel disco di inediti VU, del 1985. Soprattutto è stata ripescata nel film Juno, una delle storie d’amore più apprezzate al cinema degli ultimi dieci anni per la freschezza della sceneggiatura e la mancanza di retorica che la pervade. Originalità, zero retorica, innovazione: il manifesto di quello che hanno rappresentato i Velvet Underground. [M. Marini]

If you close the door, the night could last foreverLeave the sunshine out and say hello to never…

La canzone, scritta da Lou Reed, è un’ode ai locali newyorkesi che rimanevano aperti tutta la notte, e parla di solitudine, depressione e alcolismo: la protagonista si rifugia in un bar notturno per non dover vedere la luce del giorno, osserva gli altri divertirsi e ballare, ma lei non ci riesce.

“After Hours” venne registrata ad Hollywood tra novembre e dicembre del 1968. Maureen Tucker canta accompagnata da chitarra acustica e basso: Reed pensava che il brano fosse “so innocent and pure” che era meglio se a cantarlo non fosse lui. Lo stile dei testi e della musica ricorda molto le canzoni di Tin Pan Alley degli anni Trenta.


Maureen Ann “Moe” Tucker è una musicista, cantante e cantautrice newyorkese classe 1944 nota per essere stata la batterista dei Velvet Underground. Dopo il loro scioglimento nei primi anni Settanta, Moe si ritirò dalle scene per metter su famiglia, per poi tornare a far musica negli anni Ottanta e, fino alla fine degli anni Duemila, pubblicò quattro album in studio e si esibì come musicista di sessione.

Iniziò a suonare la batteria nel 1963, all’età di 19 anni, e imparò da autodidatta. Ad ispirarla furono principalmente Babatunde Olatunjila, Bo Diddley e i Rolling Stones.

Quando le fu chiesto di entrare nei Velvet Underground (il batterista originale della band, Angus Maclise, se ne andò nel novembre 1965), fu arruolata perché il chitarrista Sterling Morrison la ricordava come la sorella minore del suo amico del liceo, Jim, che suonava la batteria.

Il suo aspetto androgino e il suo modo minimalista e particolare di suonare lo strumento in modo l’hanno resa indimenticabile: suonava in piedi invece che da seduta, usando mazze invece che le classiche bacchette, servendosi di una batteria “semplificata” con tom tom, rullante e grancassa e usando raramente i piatti (ella riteneva che lo scopo di un batterista fosse semplicemente “tenere il tempo”, per cui i piatti erano superflui).

She is where the punk notion of how the beat works begins. – Robert Christgau

Oltre alla batteria, Tucker cantò in tre brani dei Velvet Underground: “After Hours”, il brano di poesia sperimentale “The Murder Mystery”, entrambi dall’album The Velvet Underground del 1969, e “I’m Sticking with You”, una canzone registrata nel 1969 ma rimasta inedita fino alla sua comparsa nella compilation di outtake VU del 1985.

Nei primi tempi coi Velvet, Tucker suonava occasionalmente anche il basso durante i concerti dal vivo, strumento solitamente suonato da John Cale. Morrison normalmente suonava il basso se Cale era occupato con la viola o le tastiere. Tuttavia, alcune canzoni vedevano Reed e Morrison suonare il loro strumenti, le chitarre, mentre Cale era occupato con la viola o le tastiere: di conseguenza, nessuno era al basso: basta ascoltare, per esempio, “Heroin” e “Sister Ray”.


Articolo di Skatèna.

Fonte immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Velvet_Underground_WLWH_publicity_photo.jpg

 

 

 

Pubblicato il: 03/12/2025 da Skatèna