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Intervista a La Trappola di Dalian: la band torinese si racconta attraverso il nuovo album “Oltre il click”

Intervista a La Trappola di Dalian: la band torinese si racconta attraverso il nuovo album “Oltre il click”

Oltre il click” è il nuovo album de La Trappola di Dalian, su tutte le piattaforme digitali pubblicato da Sette AFK Label.

 

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Il disco è accompagnato dal videoclip del brano “Rossetto Veleno” realizzato da Sette AFK Media Team.

La band, composta da Sofia Cazzato (voce), Alessio Piedinovi (batteria), Angelo Rizza (basso) e Lorenzo Borghetto (chitarra), si racconta attraverso questa

INTERVISTA

Come vi siete conosciuti? Quando avete deciso di formare una band?
La band è nata ufficialmente nel 2019. Inizialmente eravamo io(Drake) e Sophia(voce) che, reduci da esperienze passate discontinue e poco soddisfacenti, abbiamo deciso di creare un progetto che fosse continuativo, ponendoci determinati obiettivi da perseguire e realizzare.  Da subito abbiamo avuto la necessità di condividere ciò con altri musicisti. In primis abbiamo conosciuto Spa(bassista) postando un annuncio su facebook in un gruppo di musicisti di Torino. In occasione del suo provino abbiamo fatto qualche cover di “My Chemical Romance” e “Papa Roach”, che Spa aveva preparato in sole 24 ore. Questo ci ha fatto molto piacere, non è da tutti. Di conseguenza il feeling si è creato da subito. Successivamente abbiamo conosciuto LolloSavage (chitarra) attraverso una piattaforma online dedicata ai musicisti. Anche lui si è dimostrato preparato e voglioso di far parte di questo progetto. Siamo diventati amici sin da subito, oltre che colleghi. Questa per noi è stata una cosa fondamentale.

Con quali sonorità siete cresciuti? Quali erano le vostre band preferite? Ognuno di voi elenchi almeno 3 gruppi…
Ciascuno di noi ha un diverso background di ascolti che sono però differenti tra di loro (per fortuna! ). Io (Drake, batteria) ho sempre amato il punk nelle sue varie sfaccettature. Da quello degli anni 70/80, passando dal pop-punk degli anni ’90, come quello dei “Blink182”, fino ad arrivare a” Yungblud”, decisamente contemporaneo. Apprezzo molto anche il panorama italiano: vedi Litfiba, FASK, Afterhours ecc..  LolloSavage rappresenta il lato più Hard-Rock della band. I suoi riferimenti infatti girano attorno a band come Guns and Roses, Kiss, Hardcore Superstar e tutta la scena affine. Spa è assolutamente anni 90/2000 a livello di ascolti musicali, cresciuto con band della scena metalcore ed Emo-Punk come “ADTR” e “My Chemycal Romance”, fino al rock alternativo e contaminato dei “Muse”.
Sophia invece ama il rock  da metal e punk. Anche lei apprezza molto gli anni 90, in particolare la scena Nu-Metal/Alternative rock, vedi i Papa Roach. Uno dei suoi gruppi preferiti sono sicuramente i “My Chemical Romance” mentre, per quanto riguarda la scena italiana, sono i Prozac+.

In “Oltre il click” la fa da padrone “un ruvido sound punk rock impreziosito dalla graffiante voce di Sofia”: vi siete ispirati a qualche artista in particolare?
Componiamo i nostri brani tutti e quattro insieme ed ognuno ci mette il suo, creando così il sound che ci caratterizza. Arrivando tutti da ascolti musicali di vario genere, diventa difficile identificarsi in modo particolare in un dato artista. Sicuramente “My Chemical Romance” e “Papa roach” hanno influenzato di più le nostre prime composizioni perchè, per conoscerci come musicisti e creare un po’ di chimica, abbiamo iniziato a coverizzare qualche loro brano.

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Che cosa volete significare con le parole “Rossetto veleno”, che è anche il titolo del videoclip che accompagna l’album, in cui apparite sia voi della band – prima in relax a giocare alla playstation, mentre mangiate cibo d’asporto e bevete birra, in un secondo momento in una situazione di party?
“Rossetto Veleno” parte da un semplicissimo gesto quotidiano che è quello di guardarsi allo specchio. Per antonomasia gli occhi sono lo specchio dell’anima. Scrutando attraverso una superficie riflettente possiamo “guardarci dentro”, facendo riaffiorare momenti di sconforto, turbamenti, delusioni, ecc.. Di conseguenza, il Rossetto che in un primo momento era di un colore acceso, esaltando i lineamenti della donna, assume un colore bluastro che richiama la cianosi da avvelenamento. Si dice che lo spirito intacchi anche il corpo.
Le scene iniziali del videoclip ricalcano i cliché della vita trascorsa durante i lockdown pandemici. Cibo spazzatura e videogames, dopo i periodi di quarantena, purtroppo sono diventate delle abitudini più frequenti. Le persone, senza magari farci caso, si sono distaccate dalla socializzazione (questo può essere un problema soprattutto per i più giovani). Il distacco sociale purtroppo è dilagante e la DAD, per citare un esempio, non è sicuramente stata d’aiuto. D’altro canto però, in tantissimi, per riprendersi da questi anni di pandemia, non vedono l’ora di fare festa e stare in compagnia. Ecco perché ad un certo punto del videoclip, decidiamo di staccare la console per raggiungere Sophia ad una festa.

A qualcuno, nell’ascoltarvi, sono venuti in mente i Prozac+… è un paragone che regge?

Ci può stare, ce lo dicono in tanti. Il nostro cantato in italiano con voce femminile e le affinità del genere che proponiamo rimandano ai Prozac+. in Italia, sono stati sicuramente tra i massimi esponenti della scena punk rock.

In occasione del primo anniversario della scomparsa di Franco Battiato, avete realizzato una versione in salsa punk di “Summer on a solitary beach”: come mai avete scelto di coverizzare proprio questa canzone?

Per noi Franco Battiato è un artista di grande rilievo e spessore. La sua discografia è immensa e variegata. Tutti sanno che amava sperimentare. È stato a modo suo un rivoluzionario che ha dato tanto a tutta la musica. “Summer on a solitary beach”, estratto dal suo famosissimo album “La Voce Del Padrone”, è uno dei nostri brani preferiti perché  da subito siamo riusciti a reinterpretarlo e riarrangiarlo, omaggiandolo a modo nostro, senza troppe difficoltà. È un brano che si presta al punk!

Chi sono i destinatari delle vostre canzoni? Quali i messaggi che volete dare al vostro pubblico?
Ci rivolgiamo ad un pubblico giovane, cercando di scuotere le coscienze. Le nuove generazioni giocano sicuramente un ruolo importante per il futuro di tutti. I nostri brani trattano momenti di vita vissuta, a tratti duri e crudi, in cui tantissimi possono certamente identificarsi . Condividere questi momenti e queste sensazioni ci da la possibilità di alleggerire il peso. Crediamo fortemente nella musica come mezzo di comunicazione diretta, tant’è che uno dei messaggi principali del nostro Album “Oltre il Click” è quello di andare oltre le apparenze, valorizzando così l’unicità del singolo.

Cosa ne pensate di Facebook, Instagram, Tik Tok? Quale di queste piattaforme social usate di più? Credete siano dei buoni strumenti per promuovere gli artisti emergenti?
I social network sono sicuramente dei mezzi molto potenti che ti permettono di raggiungere una grande utenza. Per gli artisti sono quindi un buon mezzo di condivisione e promozione. Quello che noi utilizziamo maggiormente è Instagram. Si deve però dare il giusto peso a tutto. Oggi c’è un abuso dell’utilizzio dei social network. La società odierna dà troppo peso ai numeri, alle views, ai like e così via. “Oltre il Click” denuncia tutto ciò: andare oltre le apparenze significa anche questo. Chi ha molti follower non è più figo di chi ne ha meno.

Come avete vissuto il periodo delle restrizioni da covid? Siete riusciti ad essere comunque produttivi dal punto di vista musicale?
Abbiamo iniziato a scrivere e comporre per “Oltre il click” poco prima del primo Lockdown. Il titolo infatti si riferisce anche al “click” dei software che usavamo per comporre a distanza, rendendo tutto un po’ macchinoso. Tutti i brani dell’album sono poi stati ultimati nella nostra sala prove, cercando di smussarli e rendendoli più “fluidi”. Direi quindi che il Covid non ci ha assolutamente fermati e siamo stati produttivi anche in quel maledetto periodo.


 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 22/06/2022 da Skatèna