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Francesco Motta all’Atlantico live, maggio 2018

Francesco Motta all’Atlantico live, maggio 2018

DISCLAIMER: Non sono uno che scrive recensioni e, tendenzialmente, se iniziate a parlare di musica andrò a cercare un drink.

Sabato 26 maggio all’Atlantico live, inizia il tour di Francesco Motta. Tour del nuovo album dopo lo straordinario successo di “La fine dei vent’anni” che ha preso dei premi, ma ora non ricordo quali… e poi c’è google per queste situazioni.

Inizio concerto alle 20 con apertura di Filippo Gatti. Anche il solo fatto che sono particolarmente affezionato al Gatti, alla sua musica, agli ormai disciolti Elettrojoyce, al fatto che ogni volta che lo incontro indossa una maglietta di Radio città aperta (giuro! Una di queste volte era addirittura ad una festa di un’altra radio….. grande Filippo) mi fa arrivare in tempo per vederlo.

Non indossa una maglietta di RCA, ma canta e suona benissimo, mi emoziona e sicuramente emoziona quella parte minoritaria di pubblico che canta le sue canzoni. L’altra grande fetta sono i meravigliosi giovani venuti qui per l’headliner Francesco Motta, quelli che forse la sera prima era andati al concerto di Young Signorino, ma che comunque guardano e ascoltano questo grande della musica italiana. Grandi applausi per Filippo Gatti e un grazie da parte mia.

Alcune foto, fatte veramente male con il cellulare

Ore 21:25 inizia il concerto di Francesco Motta.

Francesco (ormai ho deciso lo chiamo così.. spero non si offenda) è contento. Ovviamente come può essere contento uno che di un certo velo di tristezza ha fatto il marchio di fabbrica delle sue canzoni. E’ emozionato, più di qualche volta ricorda al suo pubblico “che gli siamo mancati” ed è vero, Francesco sul palco ci sta da Dio, si imbeve degli applausi, delle mani alzate, dei canti del pubblico. Ci gode proprio.. per cui è probabile che questa sensazione gli sia proprio mancata..

L’Atlantico live è pieno, la temperatura è insopportabile, l’umidità è quella del Laos, sedie, o appoggi per i non-giovani con la sciatica come me, non ce ne sono e quindi, da bravo non-giovane, arretro nella zona dedicata ai diversamente-giovani. Che tanto se ti metti sotto al palco o ti metti dietro, si sente lo stesso e non voglio il vostro sudore appiccicato al mio sudore.

Dopo circa 20  minuti, una tizia accanto a me sviene, prontamente soccorsa dagli infermieri. Niente di che, si rialza poco dopo… ma dovevo raccontarla, altrimenti sarebbe solo una recensione come tante.

Sul fondo dell’Atlantico i VIP si godono il concerto con calma. Santamaria, la Pandolfi, Sinigallia, la Crescentini… ovvio, cose che uno se le aspetta, ma io, che non c’entro nulla, mi sento più figo solo perchè accanto a me c’è Jeeg Robot. E faccio lo splendido, non gli rompo il cazzo, non gli dico nulla… che alla fine se sei famoso, anche tu puoi alzare le braccia e cantare “Del tempo che passa la felicità“, mica che non lo puoi fare.

Il concerto è bello, dura parecchio, l’acustica è sorprendentemente buona. Francesco ringrazia più e più volte i suoi compagni di palco: Cesare Petulicchio alla batteria, Federico Camisci al basso, Simone Padovani alle percussioni, Leonardo Milani alle tastiere e Giorgio Maria Condemi alle chitarre.  e proprio quando sto fuori, perchè sembra tutto finito… Francesco canta un ultimo pezzo. Una dedica al padre e forse anche un regalo a questo pubblico, a questa Roma d’adozione, chissà.

Scaletta del concerto:

  1. Ed è quasi come essere felice
  2. La fine dei vent’anni
  3. Quello che siamo diventati
  4. Vivere o morire
  5. Chissà dove sarai (qui la tipa accanto è svenuta…giusto per capirci)
  6. La prima volta
  7. Per amore e basta (qui Francesco all’inizio sembra un poco incerto, qualche errore di esecuzione...)
  8. Prima o poi ci passerà
  9. Del tempo che passa la felicità
  10. E poi ci pensi un po’
  11. Prenditi quello che vuoi
  12. Roma stasera (Santamaria si fomenta alquanto su questo pezzo)
  13. PAUSONE SCENICO CHE POI LO SAPPIAMO CHE TORNI SUL PALCO……
  14. Se continuiamo a correre
  15. Abbiamo vinto un’altra guerra
  16. Sei bella davvero
  17. La nostra ultima canzone
  18. Fango (questa è una cover dei Criminal Jokers, suo vecchio gruppo)
  19. Mi parli di te (quà ero uscito e stavo per andare a casa…poi sono tornato indietro)

[Miro Barsa]

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Pubblicato il: 28/05/2018 da Miro Barsa