Il “quasi report” della serata all’Hacienda di Roma per i 10 anni di Baobab Experience.
di Miro Barsocchi
Sono passati 10 anni: via Cupa, piazzale Maslax, piazzale Spadolini, via dei Piceni, un marciapiede sotto le mura di San Lorenzo. In questi angoli della città dei migranti hanno cercato rifugio e da allora Baobab Experience si rivolge a chi non ha un posto per la notte, attende i documenti che attestino lo status di rifugiato politico o di richiedente asilo.
Proprio per festeggiare questi 10 anni di lavoro, anche se festeggiare forse non è il termine migliore, Baobab Experience ha organizzato un evento con 3 giorni di dibattiti ed un concerto. Si sono alternati sul palco Maria Violenza, Lili Refrain, Giovanni Truppi, iosonouncane (acustico) e il dj set di Mai Mai Mai. Ma non è stato solo un concerto, accanto agli artisti c’erano le letture, lette dai migranti stessi o interpretate dai bravissimi Gerolamo Alchieri e Giò Giò Rapattoni. Storie accompagnate dalle illustrazioni dell’antologia a fumetti “Tu sai cosa mi è successo”, che racconta le testimonianze raccolte da Baobab Experience in questi dieci anni.
L’Hacienda è piena di gente, non sold out ma la partecipazione è importante. Incidentalmente, ma senza sorpresa, oggi è la serata con più persone con una kefiah che io abbia mai visto. Il pubblico va dai 30-35 in su e in qualche angolo ci sono bimbi, portati da giovani genitori, che ormai giacciono addormentati sui divanetti (i bimbi, non i genitori).
Siamo tutti qui per la vicinanza alla causa? Siamo tutti qui per il concerto dei “nomi giusti della scena giusta”? Chi lo sa, in ogni caso almeno economicamente una mano all’associazione Baobab l’abbiamo data, tra l’altro il merchandising è fatto bene e le magliette sono molto indossabili. Motivo che ha giustificato il mio acquisto proprio di una maglietta.
Maria Violenza propone sonorità primordiali e sperimentali, Lili Refrain (nome in giro da un po’) porta sul palco le sue sperimentazioni sonore tra Bjork e Simonetti, o almeno a me questo è quello che è arrivato, a tratti più ascoltabile, a tratti meno. Truppi, nella versione voce e chitarra, è quello che ho apprezzato di più, incredibilmente con niente, riesce a riempire uno spazio, a commuovere, a divertire. Iosonouncane suona molto bene, apre con una cover di De Andrè, poi alcuni dei suoi pezzi più famosi e anche un paio di canzoni in più per accontentare il pubblico, il tutto con un distacco cantautoriale che ci sta. Distacco abilmente ribadito prima della cover di De Gregori in cui redarguisce il pubblico e poi lo placa con un “lo faccio per farvi entrare nel mood (di De Gregori ndr.)”. Tutto corretto, tutto nella parte, tutti contenti. Per il dj set ormai è troppo tardi per me (e non sono il solo), lunedì del resto si lavora e sono lontani i tempi delle ore piccole anche la domenica.
È stata una bella serata, musicalmente forse fruibile solo da una certa audience, la venue si presta bene come grandezza, acustica e sistemazione. Non è il miglior posto della vita, ma considerando come siamo messi a Roma per i locali di musica dal vivo, devo dire che non è niente male.
Per quanto riguarda le considerazioni socio-politiche, non so se riusciremo a combattere la retorica delle parole, quella retorica che parla di invasione, islamizzazione, del parallelo tra immigrato = delinquente, quella retorica che cancella le persone e annienta le esperienze personali dei migranti. Non so cosa ci voglia per comprendere la complessità del fenomeno migratorio e trovargli un inquadramento degno di civiltà, una via che rispetti le persone. Quello che ho capito è che i volontari di Baobab si fanno il mazzo su cose pratiche, lo fanno (ripeto) volontariamente, quindi senza compenso e con anche dei rischi (numerose sono le cause legali per istigazione all’immigrazione clandestina).
Fa bene sapere che ci siano persone che lo fanno. Che ci credono. Forse una di quelle persone, potrebbe essere anche uno di noi.