Palestina: economia in “rovina totale”. Il rapporto shock dell’ONU stima decenni per la ripresa
Non è più solo una crisi, ma una “rovina totale”. È questo il verdetto impietoso che emerge dall’ultimo rapporto dell’UNCTAD sulla situazione economica nei Territori Palestinesi Occupati. Il documento, pubblicato nel novembre 2025, traccia un bilancio devastante a due anni dall’escalation delle ostilità iniziata nell’ottobre 2023, descrivendo un collasso sistemico che ha cancellato in pochi mesi oltre vent’anni di sviluppo socio-economico.
di Giacomo Simoncelli
Per osservare i risultati del genocidio dei palestinesi e del terrorismo israeliano il primo elemento d’impatto è il numero delle vittime. Ma tramite i dati forniti dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) è possibile misurare anche la dimensione della distruzione inferta alle comunità palestinesi, anche per impedire qualsiasi ipotesi di autodeterminazione.
Gaza: Anno Zero
L’epicentro del disastro è la Striscia di Gaza, dove l’economia non è semplicemente in recessione, ma è stata sostanzialmente cancellata. Le operazioni militari hanno trasformato il territorio in un cumulo di macerie, spingendo la popolazione in una crisi umanitaria senza precedenti.
- Crollo del PIL: Tra il 2023 e il 2024, il Prodotto Interno Lordo di Gaza si è contratto dell’87%, scendendo a soli 362 milioni di dollari.
- Povertà estrema: Il PIL pro capite è crollato a 161 dollari, uno dei livelli più bassi al mondo, pari a meno del 5% di quello della Cisgiordania.
- Distruzione delle infrastrutture: Circa il 92% delle abitazioni è stato danneggiato o distrutto. Anche il sistema educativo è collassato, con quasi tutte le scuole colpite e gli studenti senza istruzione formale da oltre 21 mesi.
- Settore sanitario al collasso: Solo il 50% degli ospedali è parzialmente funzionante , mentre la fame ha raggiunto livelli di carestia (Fase 5 IPC).
Un dato particolarmente impressionante arriva dall’analisi satellitare delle “luci notturne”: l’attività economica, misurata attraverso la luminosità, è crollata del 73%.
Cisgiordania: un’economia soffocata
Sebbene i riflettori siano puntati su Gaza, il rapporto UNCTAD lancia un allarme gravissimo anche per la Cisgiordania. Qui, l’economia è stata strangolata da un mix di restrizioni alla mobilità, violenza dei coloni e crisi fiscale.
- Recessione profonda: Nel 2024, il PIL della Cisgiordania è diminuito del 17%, con una disoccupazione salita al 35%.
- Violenza record: Si è registrato un aumento senza precedenti della violenza dei coloni e delle demolizioni. Tra ottobre 2023 e luglio 2025, sono stati documentati 2.802 attacchi da parte di coloni e la demolizione di 2.844 strutture palestinesi.
- Imprese in ginocchio: A Jenin, ad esempio, 8.000 imprese hanno chiuso i battenti a causa dell’insicurezza e della distruzione delle strade.
La crisi fiscale e il blocco dei fondi
A paralizzare ulteriormente l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) è una crisi fiscale senza precedenti, definita la peggiore della storia. Israele, che controlla i confini, riscuote le imposte sulle importazioni per conto dei palestinesi ma trattiene unilateralmente quote sempre maggiori di queste entrate.
Dal 2019 ad aprile 2025, le deduzioni e i fondi trattenuti da Israele hanno superato 1,76 miliardi di dollari, pari a quasi il 13% del PIL del 2024. Questo strangolamento finanziario ha costretto il governo palestinese a pagare stipendi parziali e a tagliare servizi essenziali, inclusa la sanità.
Un futuro ipotecato
Il rapporto conclude delineando una prospettiva cupa. Anche in uno scenario ottimistico, con la fine immediata delle ostilità, potrebbero essere necessari decenni affinché Gaza torni ai livelli di benessere precedenti all’ottobre 2023. Una valutazione congiunta stima che i soli costi di ricostruzione per Gaza ammontino a 53,2 miliardi di dollari.
L’UNCTAD sottolinea che non esiste alternativa a un intervento internazionale immediato: serve un cessate il fuoco permanente, un piano di ricostruzione massiccio e, nel breve termine, un reddito di base di emergenza per salvare la popolazione dalla fame e dall’indigenza totale. Senza questi interventi, avverte l’ONU, il destino di Gaza come società sostenibile è a rischio. Tantomeno quello di uno stato palestinese.
Pubblicato il: 27/11/2025 da Giacomo Simoncelli