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ANUBI con ALESSIO RAMACCIONI e VALENTINO DE LUCA

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ANUBI con ALESSIO RAMACCIONI e VALENTINO DE LUCA

Manifestazione 4 ottobre – 1 milione di persone a Roma per la Palestina. Hamas e Trump danno il via libera al trattare per un accordo “nuovo”

Manifestazione 4 ottobre – 1 milione di persone a Roma per la Palestina. Hamas e Trump danno il via libera al trattare per un accordo “nuovo”

Si parla di 1 milione di persone scese in piazza a Roma nella giornata di ieri, 4 ottobre, in favore della Palestina, dei palestinesi e della Flottiglia. Mentre iniziano definitivamente i primi accordi per trattare cessate il fuoco e rientro dei prigionieri.

di Eugenio Fofi

Secondo gli organizzatori sono state 1 milione di persone a partecipare alla manifestazione di ieri 4 ottobre al grido di “Free Palestine”, “Stop al genocidio”. Mentre la testa del corteo stava superando il Colosseo, la coda non era ancora partita da Porta San Paolo (Piramide). Le realtà palestinesi italiane aprivano il corteo, dietro di loro comitati studenteschi e universitari, oltre alle persone che hanno semplicemente risposto alla chiamata. L’obiettivo è quello di far parlare della situazione in Palestina e a Gaza, di porsi in opposizione alla politica coloniale e genocida di Israele, di ricordare a tutti il diritto internazionale e l’aggressione criminale della Flottilla, così come puntare il dito soprattutto verso il governo italiano complice di quello che sta accadendo in Palestina.

Nella testa di tutti i partecipanti risuonano le parole nei confronti della Global Sumud Flottilla del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che accusava gli attivisti di ostacolare il piano di pace coloniale proposto da Trump e Netanyahu (link). Così come il balbettio del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che a Porta a Porta ha di fatto sancito l’inesistenza del diritto internazionale quando gli interessi economici e geopolitici sono in ballo. Ma anche le critiche ricevute per le mobilitazioni del giorno prima (3 ottobre), così come delle manifestazioni precedenti, quando sono stati accusati ingiustamente di voler fare guerra politica o di aver creato disagi.

Disagi che non sono mancanti neanche oggi, quando un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo per raggiungere Santa Maria Maggiore e si è scontrato con la polizia, registrando un ferito, subito soccorso dall’ambulanza.
Disagi per un paese in pace, che vende le armi ai criminali ricercati dalla corte penale internazionale dell’ONU, che sono niente rispetto soltanto a quello che hanno subito gli attivisti della Flottilla dopo l’arresto in acque internazionali. «Ci hanno messo in ginocchio sulla riva a faccia in giù. Se ci colpivamo ci colpivano, Ridevano di noi, ci insultavano e ci picchiavano. Usavano violenza sia psicologica che fisica. Una volta in prigione, aprivano la porta durante la notte e ci urlavano contro con le pistole per spaventarci. Siamo stati trattati come animali». Così il consigliere regionale del PD, Paolo Romano, a Skytg24 dopo esser sbarcato a Instanbul nel pomeriggio di ieri.

Intanto in Palestina qualcosa è si è mosso. Con l’intercettamento della Global Sumud Flottilla, l’IDF non ha potuto fermare le navi di alcuni pescherecci palestinesi che sono potuti partire e tornare a riva con il pescato. Ma è stato l’accordo di pace di Trump (link) ad aver cambiato le carte in tavola. Hamas ha accettato di trattare con il Presidente degli Stati Uniti. Con un comunicato ha dichiarato di voler «raggiungere un cessate il fuoco e il ritiro completo da Gaza, accettando di rilasciare tutti i prigionieri israeliani, vivi o morti, secondo la formula di scambio proposta dal presidente Trump», «Il movimento conferma la disponibilità a entrare immediatamente in negoziati per discutere i dettagli. Il movimento rinnova la sua approvazione alla consegna dell’amministrazione di Gaza a un organismo palestinese di indipendenti basato sul consenso nazionale palestinese». Il resto della proposta di Trump sul futuro di Gaza e dei palestinesi, sulleleggi e le decisioni internazionali sarà discusso «all’interno di un quadro nazionale palestinese complessivo, del quale Hamas farà parte e a cui contribuirà in modo responsabile.

Nonostante il diretto “no” da parte del movimento palestinese sulla parte “coloniale” della proposta, lo stesso Presidente statunitense sembra essere soddisfatto: «Siamo vicini a un accordo. Bibi è favorevole. Hamas ha fatto un grande passo, vogliono concluderlo». Soddisfatto sembra lo stesso Netanyahu, che ha dichiarato: «Hamas sarà smantellato … è stato costretto ad accettare il piano Trump». Parole che potrebbero nascondere il malumore di Ben-Gvir (ministro della sicurezza nazionale israeliano) e di Smotrich (ministro delle finanze israeliano), in crisi con il Premier israeliano.

Pubblicato il: 05/10/2025 da Alessio Ramaccioni