L’uomo che volle farsi re
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di L’uomo che volle farsi re di John Huston.
Verso la fine dell’Ottocento, in India, lo scrittore Kipling (Christopher Plummer) incontra due ex sergenti dell’esercito britannico, Dravot (Sean Connery) e Carneham (Michael Caine) decisi a partire per il Kafiristan per fare fortuna. Dopo un lungo, pericoloso viaggio arrivano nel piccolo stato; avendo aiutato un capo villaggio a disfarsi di tribù nemiche, vengono innalzati al rango di dei. Dravot viene incoronato re dal sacerdote, in quanto in possesso di un amuleto massonico regalatogli da Kipling, identico a quello inciso in una pietra sacrale.
Decide pertanto di prendere in sposa la bella Roxanne, la quale, durante la cerimonia, lo fa sanguinare con un morso, svelando che non è immortale. I nativi si ribellano, Dravot viene ucciso, mentre Carneham riesce a fuggire. Lacero e contuso si presenterà a Kipling recando con sé la testa incoronata dell’amico.
Un film molto spettacolare, dove Huston, con la sua abituale ironia, rilegge il romanzo di Kipling e formula una critica feroce del colonialismo britannico. Molto interessante la caratterizzazione dei due amici avventurieri, uno (Caine) concreto londinese, l’altro (Connery) scozzese, idealista sognatore, che si convince di poter svolgere davvero un ruolo regale. Il grande regista statunitense, autore di capolavori come Il Mistero del Falco ed Il Tesoro della Sierra Madre, non si smentisce e ci regala un’opera a suo modo epica ed appassionante. Connery, uscito dal cliché bondiano, vede finalmente riconosciuta la statura di grande attore.
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