I Ministri @Roma, live report del 20 Novembre 2025
di Miro Barsocchi
Non capita spesso di andare ad un concerto e spendere una cifra abbordabile. Nel panorama musicale corrente, esiste una forbice: il biglietto per un nome famoso va da 50 euro in su e quello del nome non famoso ti costa “tessera del locale”, scomodità e pazienza in un posto tendenzialmente brutto.
Nel mezzo di questo panorama c’è poco, e Roma non brilla di certo per originalità. Sarà per questo che il concerto de I Ministri al costo di 27 euro sembra un miraggio. La venue è l’Hacienda di via dei Cluniacensi, che poi è una traversa della Tiburtina peraltro non lontano dalla sede di Radio Città Aperta, ma questo non ci interessa. L’Hacienda è capiente, c’è posto all’aperto per fumare, respirare e chiacchierare, c’è il guardaroba, ci sono dei bagni decenti e la birra a 5 euro (e anche questa è una cosa difficile da trovare a Roma). Ci sono dei divanetti sui lati e non si crepa di caldo. Anzi, l’areazione è così potente che ci vuole lo scialletto o una giacchina, come direbbe nonna quando esci la sera a settembre….o forse solo perché non sono più “er ghepardo de na vorta (cit.)“. L’unica cosa che manca è il parcheggio, ma questo è endemico.
Il concerto dura due ore: inizio alle 21:50 (orario sul biglietto 21:30, quindi nessuna attesa posticcia). I Ministri si fanno aprire da una band che non ho visto e me ne dispiace, anche perché c’hanno tenuto a precisare che avere un gruppo spalla è un impegno, anche finanziario, ma ci tengono e quindi onore a loro (e vergogna a me che non li ho visti e colpevolmente non riesco neanche a trovarne il nome su internet). AGGIUNTA: sono i The Light Drown!
Il concerto è potente, la voce di Davide Autelitano (voce e basso) è inconfondibile e senza sbavature, Federico Dragogna (chitarra, ma anche testi) e Michele Esposito (batteria) suonano benissimo e il concerto, tour di supporto all’album Aurora Popolare (Woodworm/Universal), è una bella esperienza Rock. Le foto sono quelle del mio telefono, potevano essere migliori, ma potevano anche essere molto peggio. E comunque ai concerti si va per la musica, non per fare le foto e i video.
Si canta, si alzano braccia, si riflette sul tempo che passa e sui locali: “chi c’era al primo concerto al Traffic, lì giù in quel sotterraneo?” chiede Davide e qualche mano si alza. Gli altri pensano a quel posto, ai posti della musica romana che esistevano. Perché il pubblico ha tra i 35 e i 55 anni e, sicuramente, tra L5 e L6 qualcuno qualche problemino ce l’ha.
Chi c’era al primo concerto al Traffic, lì giù in quel sotterraneo?
Siamo in balia delle indicazioni dal palco: “Sedetevi e cantiamo tutti insieme attorno a qualcosa, come si faceva un tempo…” e noi eseguiamo, per poi rialzarsi con un bel oplà!. “Fate casino, divertitevi ma sempre con un occhio al vicino, a chi vi sta accanto. È importante, e non solo nei concerti”: le indicazioni per gestire il pogo valgono anche come indicazione di vita, indicazioni sentite e vere.
C’è musica, ma anche quella Milano che non è Roma, il lavoro, il problema delle case. C’è un gruppo da troppo tempo sottovalutato (opinione personale) che canta, suona e fa rock per bene, c’è felicità nel pubblico, ci sono foto e video ma non una distesa di telefonini e c’è anche ironica (s)fiducia nei giovani del domani. Davide conclude il concerto con del coraggioso stage diving, ed è subito grandissimo entusiasmo in sala.
Foto da Instagram account ufficiale dell’Hacienda
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Scaletta del concerto
(che però ho recuperato da internet, quindi potrebbe essere giusta, ma anche no)
– Avvicinarsi Alle Casse
– Aurora Popolare
– Il Sole (È Importante Che Non Ci Sia)
– Poveri Noi
– La Nostra Buona Stella
– Buuum
– Comunque
– Piangere Al Lavoro
– Mangio La Terra
– Gli Alberi
– Squali Nella Bibbia
– La Mia Giornata Che Tace
– Tempi Bui
– Sabotaggi
– Spaventi
– Il Bel Canto
– Encore:
– Diritto Al Tetto
– Una Palude
– Bevo
– Spingere
– Abituarsi Alla Fine











