Tarantella ca nun va ‘bbona: intervista a Renato Marengo
Il 1975 segna una svolta nel percorso artistico della Nuova Compagnia di Canto Popolare: raggiunta da tempo la notorietà anche internazionale grazie all’enorme successo di Tammurriata nera, l’ensemble partenopeo si trova a un bivio: da una parte proseguire nella ricerca e nell’approfondimento dei temi più strettamente etnomusicali, come suggerito e fortemente voluto dal Maestro Roberto De Simone, dall’altra cercare nuovi percorsi, sperimentare contaminazioni tra nuovi suoni e tradizione, aprirsi a repertori che arrivano dal Mondo, sempre nel solco della musica folk, ma in un senso più ampio e sconfinato. Fautore di questa nuova via è Eugenio Bennato.
L’ultimo capitolo che vede la NCCP ancora nella formazione originaria è Tarantella ca nun va bbona, prodotto come altri lavori precedenti da Renato Marengo, giornalista, critico musicale, appassionato promotore di quel movimento chiamato Napule’s Power che racchiude l’essenza della grande trasformazione, musicale ma non solo che vede protagonista il capoluogo campano, con l’exploit di artisti quali Edoardo Bennato, Napoli Centrale, Alan Sorrenti, Toni Esposito, Osanna e ovviamente la già citata Compagnia.
Di questo momento cruciale per la musica popolare in Italia abbiamo parlato con Marengo, che nella puntata de La Bottega del Forno di martedì 11 novembre ha ricordato e descritto la passione e il fervore di questa fase, da cui derivò da una parte il capolavoro La gatta cenerentola e dall’altra la nuova formazione di Eugenio, Musicanova.
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