Influencer di propaganda e disinformazione per conto di Israele
Dieci influencer hanno caricato video sui social che difendono le posizioni di Israele sugli aiuti umanitari, dando la colpa all’ONU e ad Hamas per la carestia, le morti e la fame. Post social che servono ad alimentare una bolla di disinformazione, che riprendere quella che Israele sostiene all’estero, ma che vuole sostenere come anche le morti durante la distribuzione degli aiuti sia da attribuire ad altri.
di Eugenio Fofi
Da alcuni giorni sono stati caricati sui social dei video di influencer che, sostenendo di essere a Gaza, girano tra pacchi aiuti umanitari che sarebbero tenuti lì da Hamas e dalle Nazioni Unite, non da Israele. Gli obiettivi di questa operazione di disinformazione sono tre su tre livelli diversi.
1: Narrazione estera
Il primo è l’obiettivo evidente: quello di continuare la narrazione verso il resto del mondo dei buoni contro i cattivi (rispettivamente Israele contro Hamas e le Nazioni Unite). Narrazione che vede tutte le azioni di Israele, di questi ultimi due anni e non solo, come mero atto di difesa dagli attacchi, terroristici e non, che riceve dalla sua fondazione. Nell’obiettivo evidente rientra anche quello di spostare la responsabilità su Hamas e sulle Nazioni Unite della carestia, della fame e della situazione tutta, bombe, distruzione e morte annesse.
2: Narrazione social
Il secondo obiettivo è quello social. Nei social la narrazione di Israele e di chi difende il sionismo, sta perdendo su tutti i fronti. Le celebrità di tutto il mondo si sono schierate con la popolazione palestinese sin dai primi giorni. Mentre la difesa del sionismo perde dall’evidenza di chi posta frammenti del passato o del presente. Come Hamzah Saadah che posta ogni giorno brevi scambi di conversazioni tra lui (palestinese negli Stati Uniti) e persone Israeliane, sia bambini che un tempo lo amavano in quanto giocatore di Fortnite e che ora lo insultano, sia persone adulte, militari compresi, che dimostrano tutto l’odio verso i palestinesi e l’intenzione di voler terminare quante più vite possibili a Gaza. Dimostrando come l’indottrinamento riesca ad attecchire non solo sui più piccoli.
3: Obiettivo sotteso
C’è un terzo obiettivo nascosto nella campagna di disinformazione social che gli influencer hanno fatto e stanno facendo. Un obiettivo che non è stato riportato dai media tradizionali che hanno ripreso la notizia. Se il cibo e tutti gli aiuti umanitari sono a Gaza e non è Israele, ma Hamas a trattenerli anche la responsabilità degli omicidi avvenuti durante la distribuzione degli stessi aiuti è nelle mani di qualcun altro.
Influencer agenti di propaganda
Xavier DuRousseau, Jeremy Abramson e Marwan Jaben sono alcuni degli influencer ad aver intrapreso questa specifica narrazione social, se sotto compenso non è ben chiaro, anche se alcuni indizi sembrano puntare verso una qualche forma di compensazione. Basta infatti aprire i profili social degli interessati e si vede come da un po’ di tempo stiano difendendo le posizioni di Israele con raccolte intitolate Israel o direttamente Zionism. Inoltre nei loro post vengono raccontate le belle vacanze fatte in Israele in questi anni. Viene raccontato come gli arabi e le altre religioni dentro Israele non soffrano di discriminazione o di apartheid. Ci sono post che comparano Hamas ai nazisti e infine gli ultimi video di propaganda.
Nei video pubblicati, i ragazzi si mostrano tra i pacchi di aiuti umanitari sostenendo di essere a Gaza e che Israele non riesce a consegnare i pacchi alla popolazione perché l’ONU li ha lasciati lì e se ne è sbarazzata, mentre Hamas li ruba e/o ne blocca la consegna. Uno spettacolo triste e umiliante a sostegno della narrazione di chi intercetta con l’esercito le navi di aiuti umanitari delle ONG, di chi in meno di due anni ha distrutto quasi del tutto la striscia di Gaza e ucciso oltre 100mila persone (tra missili, fame e malattie). Una narrativa utile solo ad ampliare una minuscola bolla social dove chi continua a difendere Israele possa rifugiarsi, continuando a convincersi che la colpa sia sempre degli altri.
Pubblicato il: 30/08/2025 da Alessio Ramaccioni