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Francesco De Gregori: “La donna cannone” (molla tutti e se ne va)

Francesco De Gregori: “La donna cannone” (molla tutti e se ne va)

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno, giuro che lo farò, oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò

 

di Karol Lapadula

La donna cannone/Canta canta è un singolo pubblicato dalla RCA italiana nel 1983 come unico estratto dall’EP La donna cannone di Francesco De Gregori.

La canzone fu scritta inizialmente per Flirt, film di Roberto Russo del 1983, ma

  • la dolcezza velata della melodia e il testo sensibilmente ricamatogli addosso fecero sì che il brano travalicasse i limiti della colonna sonora, ascendendo a condizione di brano stand-alone. (La scimmia pensa)

Molti in passato pensavano che La donna cannone fosse stata scritta per Mia Martini, ma nel 1996, durante un’intervista rilasciata a  Fabio Fazio per la trasmissione “Musica e parole” su RadioRai2, lo stesso De Gregori smentì tale credenza. A noi piace comunque immaginare che pensasse a lei mentre la scriveva… e a tutte le donne forti, fragili e invisibili che almeno una volta nella loro vita hanno sognato di “volare via” rompendo le catene del pregiudizio, dello sfruttamento e dell’ipocrisia. (Magazzini Inesistenti)

LA GENESI DE “LA DONNA CANNONE”

Agli inizi dell’estate del 1983 De Gregori fu contattato da Monica Vitti che gli chiese di comporre la colonna sonora per Flirt, film diretto dal compagno Roberto Russo.

De Gregori in quel periodo stava lavorando insieme a Mimmo Locasciulli, ed aveva un paio di bozze di brani strumentali che intitolò “Flirt #1” e “Flirt #2”. Un giorno lesse un articolo su un giornale, intitolato “La donna cannone molla tutti e se ne va”, il cui trafiletto recitava così:

«Siamo agli inizi del Novecento, in uno di quei capannoni destinati ai circensi. In uno di quegli attimi morti, mentre la gente va via dal circo, mentre gli artisti riposano le stanche membra, due occhi si incrociano.. due anime sentono di doversi amare… Ma la regola lo vieta. Non avrebbero potuto esaudire il loro puro desiderio di condividere le proprie emozioni con l’altro perché “le regole del circo” non consentivano. Così la donna cannone, quell’enorme mistero, volò.»

Nel 1877 al Royal Aquarium di Londra fu lanciata in cielo da un cannone a molla la prima donna-proiettile, Miss Zazel, una ragazzina di 14 anni, il cui vero nome era Rosa Matilda Richter, proprio colei che con la sua storia sembra aver ispirato De Gregori.

Avevo letto in un trafiletto di un giornale locale che una “donna cannone”, principale attrazione di un piccolo circo, era fuggita per amore. Mi aveva colpito soprattutto la disperazione del circo, ora ridotto in malaparata. Una storia un po’ felliniana. (Francesco De Gregori)

Il cantautore ha poi ammesso di considerare La donna cannone una delle sue canzoni più belle:

Anche secondo me è tra le più belle, ma questo non vuol dire che il testo da solo regga. Tutti quegli accenti tronchi, “butterò questo enorme cuore… giuro che lo farò… nell’azzurro io volerò…”. Nemmeno un bambino scrive così. È la musica che dà potenza e qui, devo dire, c’è una bella invenzione melodica, non banale. No, nemmeno degli autori più famosi si può leggere il testo come una cosa autonoma, nemmeno Bob Dylan che è tra quelli che amo di più. (Francesco de Gregori)

 

Pubblicato il: 04/04/2020 da Skatèna