Traccia corrente

Selezioni musicali

RCA - Radio città aperta

Selezioni musicali

E’ morto Hakim Bey, l’anarchico teorizzatore delle T.A.Z. e padre ideologico degli hackers

E’ morto Hakim Bey, l’anarchico teorizzatore delle T.A.Z. e padre ideologico degli hackers

Hakim Bey, al secolo Peter Lamborn Wilson, ci ha lasciati il 22 maggio scorso.

In rete ancora non si trova materiale sufficiente per poterne sapere di più sulle cause del decesso. Ma una cosa è certa: Bey è stato uno di quelli che ha lasciato il segno e che continuerà a far parlare di sé anche in futuro.

Saggista, poeta e scrittore autodefinitosi “anarchico-ontologico” con influenze legate al sufismo, al misticismo e all’esoterismo, fu uno dei personaggi più intriganti della controcultura americana degli anni Ottanta, divenendo noto soprattutto per aver teorizzato le T.A.Z. (Zone Temporaneamente Autonome), concetto basato su una rivisitazione storica delle Utopie Pirata.

  • La scrittura di Hakim Bey è spettacolare, riesce con pochi paragrafi a trasportare il lettore da un capo all’altro del mondo e a legare fatti che distano cinque o sei secoli senza approfondire il contesto storico. È una scrittura con effetti speciali che non permette al lettore di fermarsi più del dovuto su un concetto. Nomi, citazioni, date, eventi svuotati del loro significato storico e utilizzati come vuota forma da plasmare in costruzioni utopiche e pseudo-filosofiche[Fonte: https://www.sulromanzo.it/blog/le-reti-ribelli-e-il-terrorismo-poetico-oltre-hakim-bey]

Per i suoi rapporti con l’uso della tecnologia, inoltre, Bey viene considerato anche il padre ideologico degli hackers.

9788897109822_0_536_0_75

L’universo vuol giocare. Coloro che rifiutano per secca avidità spirituale e scelgono la contemplazione pura, rinunciano alla loro umanità – coloro i quali rifiutano per ottusa angoscia, quelli che esitano, perdono la loro chance alla divinità – coloro che si fondono, cieche maschere di Idee, e scalciano intorno cercando qualche prova della propria solidità, finiscono per guardare da occhi di morti. Stregoneria: la coltivazione sistematica di coscienza arrichita o non ordinaria e il suo impiego nel mondo dei fatti e degli oggetti per procurare i risultati desiderati. Le aperture incrementali di percezione gradualmente bandiscono i falsi sè, i nostri rumorosi ospiti – la “magia nera” dell’invidia e della vendetta fallisce perchè il Desiderio non può essere costretto. Dove la nostra conoscenza della bellezza armonizza con il ludus naturae, lì inizia la stregoneria. No, non il piegare i cucchiai o l’oroscopo, non la Golden Dawn o il finto sciamanismo, proiezione astrale o la Messa Satanica – se volete delle boiate, cercate la roba seria, politica, scienze sociali, banche – non quelle deboli stronzate blavatskiane. La stregoneria agisce nel creare intorno a sè uno spazio psichico/fisico o aperture in uno spazio di espressione libera – la metamorfosi del luogo quotidiano nella sfera angelica. Questo ha a che fare con la manipolazione dei simboli (che sono anche cose) e di persone (che sono pure simboliche) – gli archetipi forniscono un vocabolario per questo processo e perciò vengono trattati come se fossero assieme reali ed irreali, come parole. Yoga Immaginale. Il mago à un Semplice Realista: il mondo è reale – ma allora anche la conoscenza coscienza deve essere reale dal momento che i suoi effetti sono così tangibili. Lo sciocco trova insipido anche il vino, ma il mago può ubriacarsi alla semplice vista dell’acqua. La qualità della percezione definisce il mondo dell’intossicazione – ma per sostenerlo ed espanderlo, per includere altri richiede attività di un certo tipo – stregoneria. La stregoneria non rompe alcuna legge di natura, poichè non c’e’ nessuna Legge Naturale, solo la spontaneità della natura naturans, il tao. La stregoneria viola le leggi che cercano di incatenare questo flusso – preti, re, oracoli, mistici, scienziati e bottegai tutti marchiano lo stregone nemico per aver minacciato il potere della loro sciarada, la forza tensile della loro illusoria ragnatela. Una poesia può funzionare come incantesimo e viceversa – ma la stregoneria rifiuta una metafora per pura letteratura – insiste che i simboli debbono causare eventi come pure apparizioni private. Non è una critica, ma un rifacimento. Rigetta ogni scatologia e metafisica di rimozione, tutta la nostalgia sfocata ed il futurismo stridente, in favore di un parossismo o sequestro di presenza. Incenso e cristallo, pugnale e spada, bastone, abiti cerimoniali, rum, sigari, candele, erbe come sogni secchi – il ragazzo vergine che fissa dentro una tazza d’inchiostro – vino e ganja, carne, yantras e gesti – riti di piacere, il giardino di houris e sakis – lo stregone sale questi serpenti e scale verso un momento che è pienamente saturato dal suo colore, dove le montagne sono montagne e gli alberi alberi, dove il corpo diviene tutto il tempo, l’amato tutto lo spazio. Le tattiche dell’anarchismo ontologico sono radicate in quest’Arte segreta – gli scopi dei l’A.O. appaiono nel suo fiorire. Il Caos maledice i suoi nemici e premia i suoi devoti… questo strano pamphlet ingiallito, pseudonimo e macchiato di polvere rivela tutto… manda a richiedere un istante di eternità – Tratto da Hakim Bey TAZ, Zone Temporaneamente Autonome

Tra gli esempi di T.A.Z. di cui Hakim Bey parla, tra comuni francesi e covi dei pirati ai Caraibi, spicca l’impresa di Fiume, episodio del periodo interbellico che consistette nell’occupazione della città da parte di reparti ribelli del Regio Esercito italiano per annetterla all’Italia. La spedizione fu capeggiata da Gabriele D’Annunzio e organizzata da una coalizione politica guidata dall’Associazione Nazionalista Italiana, cui parteciparono esponenti del Mazzinianesimo, del Futurismo e del Sindacalismo rivoluzionario.

Foto_Fiume

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Impresa_di_Fiume#/media/File:Foto_Fiume.jpg

L’estemporanea spedizione guidata da Gabriele D’Annunzio nel settembre 1919 produsse una festa senza fine: dominavano poesia, musica e fuochi d’artificio… Il linguaggio spesso è criptico, ma l’irruenza è genuina: ci sono elementi di provocazione e di disturbo, ma nella sua complessità T.A.Z. ha il pregio di spingersi in direzioni inusuali, alla ricerca ostinata di “un nesso di autonomia, un virus nel caos che si diffonde nella sua più esuberante forma clandestina”.[Fonte: bookshighway.blogspot.com]


Di seguito, alcune informazioni sulla sua bio e sul suo pensiero estrapolate da anarcopedia.org.

  • Peter Lamborn Wilson nacque a New York nel 1945. Alla fine degli anni Sessanta visitò il Marocco, l’India e l’Iran (dove divenne un affiliato dell’Accademia Iraniana Imperiale di Filosofia), dove visse fino al 1979, anno in cui scoppiò la Rivoluzione Iraniana. Studiò principalmente in questo Paese la lirica e la mistica del sufismo, traducendo i poeti classici sufi turchi e persiani. Nel 1980 le sue idee si evolsero verso una sorta di sintesi tra anarchismo e situazionismo con commistioni di sufismo e neopaganesimo, Bey descriveva il suo pensiero come “anarchismo ontologico” o “immediatismo”.
  • I suoi testi poetici sono apparsi nell’editoria alternativa americana. Molti suoi scritti possono essere trovati anche in pubblicazioni come «Fifth Estate» e «First of the Month» di New York, oltre a svariati siti internet. Ha tradotto inoltre un volume delle poesie di Abu Nuwas, O Tribe That Loves Boys, e pubblicato un romanzo, The Chronicles of Qamar: Crowstone (Coltsfoot Press, 1983).
  • Fu attivo nell’underground politico: mediante conferenze nel New York Open Center, lavorando con il progetto no-profit del collettivo di Autonomedia a Brooklyn, scrivendo libri e rilasciando interviste, principalmente attraverso l’uso di mezzi tecnologici (telefono, internet ecc.) e collaborando, insieme a, tra gli altri, Lorenzo Komboa Ervin, Saul Newman e Murray Bookchin, all’attività dell’Institute for Anarchist Studies (Istituto per gli Studi Anarchici).

IL PENSIERO DI HAKIM BEY

  • Peter Lamborn Wilson è autore di numerosi saggi su argomenti apparentemente distanti: sulle antiche società segrete cinesi (Tong), su Charles Fourier e Gabriele D’Annunzio, sul situazionismo, sul sufismo e le relazioni con le tradizioni celtiche, sul tantrismo e l’occultismo, sulla pederastia sacra nella tradizione Sufi (questo gli costò l’accusa di fare l’apologia della pedofilia), sulla tecnologia e sul luddismo. Egli comunque sintetizza il suo pensiero con “anarchismo ontologico”.
  • Tuttavia tutti i suo sforzi sono stati concentrati allo sviluppo della cosiddetta Zona Autonoma Provvisoria. Il suo saggio TAZ, The Temporary Autonomous Zone, Ontological Anarchy, Poetic Terrorism diventa un cult per le controculture cypherpunk, e per le utopie comunitarie di rete.
  • Hakim Bey prende come esempio i pirati (no-corsari) del diciottesimo secolo, che avevano creato delle zone franche, micro-società che vivevano coscientemente al di fuori della legge. Notando che l’argomento non era mai stato seriamente approfondito, Wilson decide di analizzare meglio queste colonie che chiamò pirate utopias (utopie pirate). La tecnologia potrebbe oggi permettere di sviluppare queste zone libere che sfuggano al controllo di ogni autorità e si organizzino, seppur temporaneamente, in maniera orizzontale e non gerarchico.
  • Definire una TAZ non è però semplice, poiché nasce proprio per spiazzare, depistare e confondere i mass-media. Questi infatti, funzionalmente alla società capitalistica, tendono ad omologare il non-omologato, a normalizzare il non-normalizzato, a rendere quindi innocua ogni azione contestatrice. Semplificando una TAZ può essere vista come una sorta di isola, reale o virtuale, libera dal dominio del sistema capitalista. Per Hakim Bey la TAZ è quindi la modernizzazione di quelle zone libere dei pirati del XVIII secolo.
  • Una TAZ può formarsi e dissolversi – sulla rete Internet, in un Centro Sociale Occupato Autogestito, in una comunità, fra gli squatter ecc. – in brevissimo tempo. La temporaneità è necessaria proprio per evitare il confronto diretto col Capitale, vista anche la sproporzione delle forze in campo, da cui può scaturire esclusivamente repressione o normalizzazione. La TAZ utilizza ogni mezzo necessario per costituirsi, realizzandosi, anche in maniera strutturalmente non impeccabile, senza alcun riguardo per qualsiasi ideologia o dogma.

[Fonte: anarcopedia.org]


Fonte immagine in evidenza: https://www.bordeauxedizioni.it/autori/hakim-bey/


 

Pubblicato il: 24/05/2022 da Skatèna