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GROOVY TIMES (REPLICA) con DAVE, CAMBOGIA & PERILONGU

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Ci lascia a 76 anni Ozzy Osbourne: con lui muore una parte di noi (e del metal)

Ci lascia a 76 anni Ozzy Osbourne: con lui muore una parte di noi (e del metal)

Addio a Ozzy Osbourne: il carismatico “padrino dell’heavy metal” è morto a 76 anni.

Da tempo era afflitto dal morbo di Parkinson.

I suoi cari hanno annunciato la sua dipartita con una nota:

«Se n’è andato circondato dall’amore».
Icona assoluta del metal, con i suoi Black Sabbath il leggendario “Prince of Darkness” ridefinì sicuramente un genere.
Ben note furono le sue trasgressioni, che spesso suscitarono polemiche da parte di religiosi e conservatori, e indimenticati i suoi eccessi, che lo portarono ad avere problemi di salute e con la legge.
Lo scorso 5 luglio i Black Sabbath si sono riuniti per un ultimo concerto storico a Birmingham, “Back to the Beginning”, che ha visto la partecipazione di oltre 50mila fan e ospiti sul palco band granitiche come Metallica, Pantera e Slayer.
Guardando il seguente video, ho pianto:

Non ho mai visto le piattaforme social così invase da post di cordoglio in memoria come in questo caso, quello della dipartita del grande Ozzy. Che dire: con lui muore anche una parte di me… di noi… che abbiamo vissuto già quasi mezzo secolo accompagnati nelle nostre esistenze da colonne sonore irripetibili, magiche, pazzesche.

Ti voglio salutare con Paranoid, caro Ozzy, ovvero con il secondo singolo estratto dall’album omonimo dei Black Sabbath del 1970, che non è solo un album, ma un manifesto sonoro carico di energia, passione e verità, e la cui titletrack, appunto, ancora oggi è considerata una delle canzoni più rappresentative e influenti nella storia dell’heavy metal.

 

Fu uno dei primi pezzi che imparai a suonare con la chitarra quando ero ragazza: è in tonalità di Mi minore (E minor pentatonic) e si basa quasi esclusivamente su power chord (quinte). Il riff iniziale è semplice, tagliente ed efficace e utilizza:

    • E5 (Mi power chord)

    • D5 (Re power chord)

    • G5 (Sol power chord)

E ritorna su D5 – E5 per chiudere il giro.

Tony Iommi ha costruito una linea di chitarra memorabile su queste tre power chord, dimostrando come pochi suoni ben piazzati possano bastare a costruire un intero immaginario sonoro.

Composta quasi per caso — pare in soli 20 minuti, come riempitivo dell’album — Paranoid è ironicamente diventata la canzone più celebre dei Black Sabbath.

«L’ho composta quando tutti erano fuori in pausa pranzo. Mi sono seduto da solo in studio e quest’idea è semplicemente venuta fuori». (Tony Iommi) 

«Se ne stava da solo in studio a suonare questa canzone. Geezer collegò il basso all’amplificatore, io mi sedetti alla batteria, e partimmo insieme a lui in automatico, con Ozzy che nel frattempo aveva cominciato a cantarci sopra». (Bill Ward)

Il testo esplora temi di disagio mentale, solitudine e paranoia.

Nonostante la melodia quasi “allegra” del riff, il contenuto è oscuro e introspettivo:

“I tell you to enjoy life / I wish I could but it’s too late”

C’è un contrasto potente tra musica e parole, che rafforza il senso di frustrazione interiore che permea la canzone. E Ozzy, con la sua voce ruvida, sapeva trasmettere alla perfezione questo stato emotivo.


Fonte immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:OzzyOsbourne-1.jpg


 

Pubblicato il: 22/07/2025 da Skatèna