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GOOD MORNING SIR (REPLICA) con WEEDAKLAN, Mr SEYO & DJ MAVEN

RCA - Radio città aperta

GOOD MORNING SIR (REPLICA) con WEEDAKLAN, Mr SEYO & DJ MAVEN

8 aprile 1977: esce il primo album dei Clash!

8 aprile 1977: esce il primo album dei Clash!
Black or white, you turn it on, you face the new religion
Everybody’s sitting ‘round watching television
London’s burning with boredom now
London’s burning dial nine-nine-nine-nine-nine

L’8 aprile di 42 anni fa fu pubblicato per la label CBS in UK l’album di debutto dei Clash, conosciuti anche come The Only Band That Matters, intitolato “The Clash”, che due anni dopo, il 26 luglio 1979, in occasione della pubblicazione negli Stati Uniti, venne proposto con una diversa tracklist (mancano DenyCheatProtex Blue e 48 Hours sostituite da Clash City RockersComplete Control(White Man) in Hammersmith Palais -in puro stile reggae-, la storica I Fought The Law -riproposizione di una canzone composta nel 1959 da Sonny Curtis e resa famosa nel 1966 dai Bobby Fuller Four– e Jail Guitar Doors; inoltre il brano I’m so Bored with the U.S.A. venne censurato). 

Questo disco, dal suono diretto, grezzo e minimale, e dai testi impregnati di politica e di disagio sociale, mostra chiaramente come i Clash non si sarebbero limitati a proporre del puro e semplice punk, ma sarebbero andati oltre, come è stato dimostrato poi dalle loro produzioni successive. 

Ma come nacquero i Clash? 

Il 3 aprile 1976 Joe Strummer, che era il leader della rock’n’ roll band The 101’ers, durante un concerto che tennero assieme ai Sex Pistols al Nashville Room, rimase colpito dalla performance di questi ultimi e da ciò che rappresentavano per la nascente scena punk. Nacque così il nuovo gruppo punk The Clash. 

«Immagino ci avesse visti suonare e avesse capito che il Rockabilly non funzionava e che la strada era questa.» affermò Steve Jones

Ecco le tracce che preferisco in versione live su youtube: Janie Jones, I’m so Bored with the U.S.A. e la cover Police and Thieves, pezzo reggae di Junior Murvin e Lee Perry


La scalinata dove i The Clash hanno posato per la cover dell’album.

La copertina vede Strummer, Jones e Simonon appoggiati a un muro. Non ci sono né il batterista Terry Chimes, uscito subito dopo la registrazione del disco, né Topper, che ancora non ne faceva parte a pieno titolo.

Sul retrocopertina, l’immagine della guerriglia urbana a Notting Hill tra i bobbies e le comunità giamaicane a cui Joe e Paul parteciparono e che ispirarono White Riot.

Una particolarità: nei credits, Terry Chimes viene chiamato Tory Crimes, che in inglese vuol dire “i crimini dei Tory”, cioè della destra inglese. 

Partendo dall’assunto che il punk è nato in America e che a Malcom Maclaren e ai Sex Pistols va riconosciuto il merito di averlo importato in Inghilterra e quindi in Europa (anche se, a parere della sottoscritta, più sotto forma di fenomeno modaiolo che controculturale), spetta però ai Clash il pregio di aver tracciato nuovi orizzonti consentendo una sorta di evoluzione per un genere altrimenti racchiuso in troppo ristretti confini (nella loro musica si trovano infatti varie sonorità, dal reggae al dub, dal rockabilly alla new wave, dal soul all’hard rock).

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Pubblicato il: 08/04/2019 da Skatèna