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“Un cane che non ascolta è un cane che non viene ascoltato”: intervista a Costanza Giuliani, educatrice cinofila

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Costanza Giuliani ha parlato agli ascoltatori delle sue attività che l’hanno portata ad essere prima interprete LIS e poi educatrice cinofila. Un percorso sempre all’insegna dell’empatia e della ricerca di comunicazione con l’altro.
“Sono un’educatrice cinofila con approccio cognitivo-relazionale, formata presso la scuola ThinkDog. Prima di questo ero e sono un’interprete di lingua dei segni (LIS) e docente nei corsi interpreti.La passione per la comunicazione, in tutte le sue forme, è sempre stata la mia passione!
E così, quando è arrivata Katchoo, ho deciso di fare un percorso cinofilo come proprietaria con un’educatrice ThinkDog, e sono entrata nel mondo dei cani secondo la prospettiva che la scuola propone e che era quello che cercavo: comunicazione, ascolto, empatia, attenzione alla relazione.

 

Costanza Giuliani

Sempre per passione, ho deciso di formarmi a mia volta come Educatore Cinofilo conseguendo il titolo per poter lavorare in percorsi individuali o di gruppo.
L’approccio cognitivo-relazionale prevede appunto un lavoro sulla relazione tra cane e famiglia, una conoscenza del linguaggio e dei bisogni del cane, per poter costruire una vita appagante insieme nel rispetto della differenza etologica di queste due specie (umani e canidi) che da secoli si accompagnano nella vita.
Poiché l’attenzione è sulla relazione e sugli individui che la compongono, non sono previsti “pacchetti educativi” ma per ogni famiglia viene pensato un percorso diverso a seconda delle necessità del cane e degli esseri umani che la compongono.
Una delle frasi che ci rappresentano è “un cane che non ascolta è un cane che non viene ascoltato”: l’importanza del riconoscimento della comunicazione specifica del cane è fondamentale per poter comprendere e poi proporre la creazione di un linguaggio comune coerente e funzionale, oltre che appagante, per una vita insieme.
L’empatia è un elemento fondamentale in questo tipo di percorso, a partire dal riconoscimento di quella che mettono in campo i cani ma anche da parte dell’educatore (che si fa in qualche modo “mediatore”) nei confronti di tutto il gruppo/famiglia.
Come interprete LIS unisco le mie professionalità lavorando come educatore anche con persone sorde segnanti o con famiglie con persone con pluridisabilità (tra cui la sordità)”.

 

 

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