Marc Almond compie 68 anni: “Ho avuto la possibilità di essere sovversivo nel mainstream”
Isn’t it nice
Sugar and spice
Luring disco dollies
To a life of vice
9 luglio 1957 – Nasce da padre scozzese e madre norvegese Marc Almond.
La storia di Almond, come quelle di molti artisti diventati famosi a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, segue uno schema familiare. Infanzia difficile, conversione pseudo-spirituale attraverso la musica pop, anni creativi in contemporanea con la frequenza dell’università, assegni circolari e lavori di merda, manager che corrono un rischio e… sorpresa! La sua musica scala le classifiche.
“A quei tempi, le case discografiche [erano gestite] da cani sciolti. Quando un tuo disco faceva flop, non eri semplicemente messo nel cassonetto. Ti veniva data la possibilità di fare un altro disco e un altro disco ancora, perché la gente credeva in te. Ora, invece, accade il contrario: ti è permesso di pubblicare solo album di successo, e se il prossimo fa flop, hai perso“.
Allevato a fasi alterne dai nonni materni a Southport, suo padre, un soldato, gli diceva spesso che era sbagliato e una volta cercò anche di soffocarlo con un cuscino; sua madre gli metteva spesso le mani addosso. In gioventù soffrì spesso di asma e bronchite ed ebbe problemi a scuola derivanti da dislessia e una forma lieve di autismo.
L’ossessione di Almond per la musica è iniziata più o meno nello stesso periodo in cui si è reso conto che gli piacevano i ragazzi.
I Deep Purple e i Black Sabbath erano le sue passioni a 13 anni, prima che il glam rock brillasse nella sua vita con l’avanzare dell’adolescenza: è Marc a causa di Bolan.
Adorava anche Bowie, e andò a vederlo nei suoi tour di Ziggy Stardust e Aladdin Sane:
“Era molto più importante per me dei miei insegnanti. Mi ha fatto appassionare ai libri, alla musica, ai film: questo è ciò che le grandi pop star possono fare“.
Poi è arrivato il punk.
“I Soft Cell sono venuti dal punk. Il punk mi ha fatto capire che non avevo bisogno di essere brillante nel suonare strumenti o nel fare arte, ma che potevo semplicemente creare. Si trattava di libertà di espressione“.
Per festeggiare il compleanno di Almond, vi propongo l’ascolto di Sex Dwarf, brano estratto dall’album Non-Stop Erotic Cabaret dei Soft Cell (le mie orecchie ebbero il piacere di ascoltarlo per la prima volta al Velvet, un locale che anni fa attirava il popolo goth/dark – e non solo – della capitale in quel di Piazza Vittorio).
- “Sex Dwarf” è la chiara dichiarazione di un gusto perverso e dissacrante, il ritmo si fa iperaccelerato, la lirica sfacciata e ansimante, con un Almond occupato in un attimo di sodomizzazione e un Ball a spiare voyeur; questa parvenza trova coerente riscontro nel video del singolo, festino a luci rosse di nani bardati in tutine sado-maso che, sogghignanti, minacciano piacevoli frustate. (Onda Rock)
Non-Stop Erotic Cabaret è stato il primo disco dei Soft Cell, pubblicato nel 1981 dalla Some Bizzare Records: questo lavoro, in cui abbondano ammiccamenti alla cultura omosessuale e alla poetica decadente, riscosse un successo mondiale grazie soprattutto al singolo Tainted Love, cover del brano soul scritto da Ed Cobb ed interpretato da Gloria Jones.
Nell’album prevalgono i suoni di basso, synth e drum machine: un intreccio trasgressivo tra glam, new wave ed elettronica, gli ingredienti giusti per le nuove tendenze cyber e synth pop degli anni Ottanta.
Fonte immagine in evidenza https://www.flickr.com/photos/dante1334/2328709309
Pubblicato il: 09/07/0205 da Skatèna