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Who’s Next degli Who

Who’s Next degli Who

I’ll tip my hat to the new constitution
Take a bow for the new revolution
Smile and grin at the change all around
Pick up my guitar and play
Just like yesterday
Then I’ll get on my knees and pray
We don’t get fooled again

di Skatèna

14 AGOSTO 1971 – viene pubblicato Who’s Next, il quinto album in studio degli Who, lavoro considerato tra gli assi portanti della musica rock.

Dopo la pubblicazione di Tommy, nel 1969, Pete Townshend concepì un’altra opera rock, Lifehouse, che avrebbe dovuto fondere rock e teatro, ma il progetto non si concretizzò, così il chitarrista decise di salvarne comunque le tracce da pubblicare nel nuovo album del gruppo, Who’s Next. Eccetto Baba O’ Riley e Won’t Get Fooled Again (la prima e l’ultima canzone del disco), tutte le tracce sono canzoni d’amore.

Per voi ho scelto un video in cui gli Who eseguono live al Fillmore East nel 1968 Won’t Get Fooled Again, che è la classica chiamata alle armi rock’n’roll per i dissidenti e per chi è stato privato dei diritti civili.

Pete Townshend disse che quando l’aveva scritta, con questa canzone voleva dire noi non accetteremo il fascismo:

There was a transition in me from refusal to be co-opted by activists, to a refusal to be judged by people I found jaded and compliant.

 

Won’t Get Fooled Again venne pubblicata prima su singolo il 25 giugno 1971. La versione completa della canzone della durata di 8 minuti e 32 secondi apparve poi nell’album Who’s Next, pubblicato il 14 agosto negli Stati Uniti e il 27 agosto in Gran Bretagna, dove raggiunse la vetta delle classifiche.

Per simboleggiare la comunione spirituale che aveva trovato nella musica grazie alle opere di Meher Baba e Inayat Khan, Townshend inserì un miscuglio di caratteristiche umane in un sintetizzatore usandolo come base strumentale principale della traccia. Il chitarrista degli Who aveva letto un libro, The Mysticism of Sound and Music, che illustrava la teoria dell’armonia creata dall'”accordo universale”, e realizzò come la nuova tecnologia allora emergente dei sintetizzatori gli avrebbe permesso di trasmettere questa idea al pubblico. Si incontrò quindi con i tecnici della BBC Radiophonic Workshop i quali gli fornirono l’idea di catturare il suono della personalità umana attraverso la musica. Townshend intervistò svariate persone con domande di carattere generale, e registrò risposte, battiti del cuore, onde cerebrali, e previsioni astrologiche, convertendo il tutto in una serie di impulsi sonori. Per il demo di Won’t Get Fooled Again, egli collegò un organo Lowrey ad un sintetizzatore EMS VCS3 che trasformò in suoni gli impulsi sonori da lui catturati. Il demo venne poi completato sovraincidendo batteria, basso, chitarra elettrica, voce e battiti di mani.

Gli Who provarono la canzone a New York nel marzo 1971, ma ri-registrarono il brano in una versione più convincente nello studio mobile dei Rolling Stones a Stargroves (a casa di Mick Jagger) il mese successivo, utilizzando il sintetizzatore del nastro demo originale di Townshend. Alla fine, il progetto di Lifehouse venne abbandonato in favore di Who’s Next, dove Won’t Get Fooled Again venne posta come ultima track.

 

 

 

Pubblicato il: 14/08/2020 da Skatèna