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Intervista a Akes: fuori “Anima digitale”, il suo nuovo album tra hyperpop e sci-fi

Intervista a Akes: fuori “Anima digitale”, il suo nuovo album tra hyperpop e sci-fi

Anima digitale” (Artist First) è il nuovo album di Akes disponibile dal 1 febbraio su tutte le piattaforme.

 

Si tratta di un concept che conclude un ciclo di singoli e videoclip inaugurato lo scorso anno, dove l’artista ha anticipato al pubblico una serie di tematiche e sonorità, che ora nel disco si completano e acquistano un significato compiuto.

L’album è accompagnato dal doppio videoclip “Anima Digitale” e “2077”. Il primo porta la firma di Daniele Iannini, il secondo di Vladimir Scavuzzo.

Ho avuto il piacere di intervistare Akes: ecco cosa mi ha raccontato…

INTERVISTA

Quando e come nasce Akes?

Akes nasce nel 2009, parto dai graffiti con questo nick per poi appassionarmi al rap e scrivere i primi testi all’età di 15 anni. Da lì non mi sono mai fermato pubblicando dapprima mixtape e poi album veri e propri. Quello che mi ha spinto a cominciare è stata l’esigenza di esprimere le mie emozioni.

Con quale tipo di musica sei cresciuto? Nominami i tuoi artisti preferiti di sempre.

Principalmente sono cresciuto col newmetal e il rap. LinkinPark, Bullet for My Valentine, Sum 41, Evanescence, Three Days Grace. Per la parte rap i must italiani sono Fibra, Marra, Guè e Noyz. Mentre in USA i miei preferiti erano e sono Eminem e Kanye West.

Parlami del tuo nuovo album “Anima digitale”.

“Anima digitale” è un album molto intimo, che racconta le mie sensazioni più profonde a confronto con il sistema di oggi, pieno di restrizioni, applicazioni di incontri e continue distrazioni virtuali in cui tutti cadiamo, purtroppo. Rispetto a “Revolution” sicuramente meno aggressivo e più riflessivo, ma sento di aver fatto un passo in avanti evolvendo il sound e le liriche ad uno step successivo.

I suoni di questo disco sono orchestrati da numerosi produttori (Dr. Wesh, Vince Lion, Cirielli, Ancora by 94 hermanos, Erika Greys & Mario Bross Team, Fabiano Rivolta) e sono il risultato di una complessa fusione di generi: quali?

C’è una forte componente new metal che accomuna tutte le influenze. La parte elettronica, quella più metal e quella rap. Aggiornata ai tempi di oggi questa coesione la chiamano hyperpop. Mi auguro un giorno di fare talmente mio questo sound fantascientifico che chi lo ascolta possa dire: “Ah, una canzone alla Akes!”.

Akes-3

Se le sonorità sono un punto distintivo di questo lavoro, anche i contenuti sono frutto della ricerca e della visione controcorrente che tu porti avanti ormai da molti anni. Quali le tematiche che affronti e tratti nei tuoi testi?

Parlo spesso delle app di incontri, mondo che da più piccolo ho frequentato per poi rendermi conto che fosse una trappola. Il sistema poi è il fulcro di tutto, denaro e controllo continuo della routine di tutti, per evitare di realizzare i propri sogni. Questi sono gli argomenti cardine: sentimenti & sistema.

L’estetica che adotti attraverso l’abbigliamento (dal look emergono chiari rimandi alla saga cinematografica Matrix), le location dei videoclip, la grafica delle copertine, perfino i font usati nelle comunicazioni social, sono tutti elementi che richiamano un mondo digitale e tecnologico… come mai questa scelta?

Ho vestito tanti panni in passato, per poi comprendere che il nero, l’abbigliamento minimal e futuristico, erano quello che poteva rappresentare meglio i sentimenti espressi in musica. Nei video punto sempre a metterci una nota in più di follia, ma vorrei che negli anni divenisse realtà anche nella vita di tutti i giorni.

L’album è accompagnato dal doppio videoclip “Anima Digitale” e “2077”: puoi descriverli?

“Animadigitale” è l’intro, me la prendo col sistema mentre cerco di liberarmi dalla vasca di rianimazione, collegato a dei tubi.

“2077” è la ribellione, tornato nel sistema da libero vesto dei panni “più liberi” per mostrare la mia identità e la mia rabbia verso le regole imposte dalla società odierna.

Chi sono i destinatari della tua musica e che messaggio vuoi dare?

Sono dei ribelli, persone che non accettano la propria condizione e fanno di tutto per conquistare la propria posizione nel mondo. Non quella economica, ma quella dell’animo.

Cosa ne pensi dei talent show? Vi prenderesti parte?

Nel 2015 mi è stato proposto ed ho rifiutato, non credo di essere portato per rappresentare un ruolo di pulizia e buon esempio come tutti gli artisti popolari che ne vengono fuori. Nel 2018 ho fatto da vocal coach per un concorrente nella scuola di Amici.

Cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale italiano?

Molto variegato ma poco corposo a mio avviso, tra indie e trap vengono fuori sempre le stesse canzoni. Non disprezzo nessuno dei due generi ma ormai sembra una copia continua. Poi i nomi che spaccano da sempre rimangono lì, e mi fa piacere. Props a Coez e Achille Lauro, ma anche a Sfera per aver portato le proprie bandiere in alto.

Ti ritieni poco social o molto social? Pensi che i social costituiscano un modo utile per pubblicizzare le proprie produzioni?

Ho un rapporto particolare con i social, ne sono stato schiavo e tutt’ora li uso per lavorare. Ci investo molto, ma non molto tempo. Preferisco curare la mia immagine nella realtà, poi pubblicare e pubblicizzarmi, un giorno magari la mia musica diverrà di dominio pubblico e non avrò più bisogno di questo mezzo. Non vedo l’ora.


 

Pubblicato il: 13/02/2022 da Skatèna