Gabriella Ferri, l’angelo biondo di Testaccio
Il mio non è un discorso musicalmente colto: la mia è una certezza del tutto emozionale, ma io credo che un cantante debba poter cantare tutto ciò che ama davvero
di Skatèna
Oggi Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano, 3 aprile 2004) avrebbe compiuto 77 anni. Soprannominata l’angelo biondo di Testaccio, sicuramente fu debitrice a questo quartiere della sua romanità, che le diede l’identità artistica. “Il dialetto è la mia lingua” diceva spesso, e difatti, da donna autentica quale era, non lo abbandonó mai.
Per ricordarla vi propongo questo raro clip del 1972 in cui la nostra interpreta in maniera emozionante e struggente Sinnò me moro, bellissima canzone del 1961 di Rustichelli-Germi facente parte della colonna sonora del film Un maledetto imbroglio, tratto da un celebre romanzo di Carlo Emilio Gadda, diventata, a buona ragione, uno dei classici della canzone romana.
TESTO
Amore, amore, amore, amore mio,
‘n braccio a te me scordo ogni dolore.
Voglio resta’ co’ te sinno’ me moro,
voglio resta’ co’ te sinno’ me moro.
Voglio resta’ co’ te sinno’ me moro.
Nun piagne amore, nun piagne amore mio,
nun piagne e statte zitto su sto cuore.
Ma si te fa soffrì, dimmelo pure
quello che m’hai da di’, dimmelo pure.
Quello che m’hai da di’, dimmelo pure.
sei partito e m’hai lasciata sola.
Ma tu non sai che sento nel core mio,
ce penso s’e’ nel tuo che me consola.
Ce penso s’e’ nel tuo che me consola.
Gabriella non era solo una bravissima cantante e interprete, ma un’artista completa. Donna intensa, irrequieta, profondamente sensibile, ma sostanzialmente antidiva e con i piedi per terra, seppe esprimere il suo talento soprattutto nell’interpretazione di canzoni e di sketches brillanti.
