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Speciale terremoto Abruzzo 2009

Speciale terremoto Abruzzo 2009

Sono passati esattamente otto anni dal 6 aprile 2009. Alle 3.32 un sisma di magnitudo 6 causò 309 vittime, migliaia di feriti e decine di migliaia di sfollati. Da subito la richiesta delle popolazioni colpite fu quella di far ripartire la ricostruzione da loro, dalle esigenze di chi i territori li viveva e li rendeva vivi. Le cose sono andate in modo diverso, purtroppo, e ad oggi la ricostruzione è ancora lontana dall’essere completata, tra errori, speculazioni e austerity.

Mancata ricostruzione, speculazioni e devastazione sociale 

La mancata ricostruzione non riguarda solo il territorio, le case, le infrastrutture.  Da ricostruire, dopo il terremoto, ci sarebbe stato il tessuto sociale ed economico di una comunità che  era stata duramente colpita.  Questi i temi affrontati insieme a Fabio Carosone, del comitato 3e32 de L’Aquila, nella prima parte del nostro speciale.

Prevenzione e gestione dell’emergenza: una occasione persa

Il tema della prevenzione (la zona colpita dal sisma del sei aprile, come l’area intorno ad Amatrice, sono zone sismiche) e della gestione dell’emergenza è salito alla ribalta dell’attenzione mediatica immediatamente dopo il 6 aprile del 2009. Per poi sparire, e ricomparire dopo una nuova tragedia. Cosa si è imparato, e cosa si avrebbe dovuto apprendere, dall’esperienza drammatica del 2009? Ne abbiamo parlato con Stefano Zordano, Vigile del Fuoco e sindacalista dell’USB nella seconda parte dello speciale.

La situazione, otto anni dopo

Frammentazione del territorio, scomposizione della compagine sociale: sconfitta delle istanze di chi vuole, o voleva, ricostruire dal basso? Ne abbiamo discusso con Alfonso De Amicis, attivista e residente all’interno del “cratere”, nella terza ed ultima parte dello speciale.

Pubblicato il: 06/04/2017 da redazioneradiocittaperta