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VALORI IN CORSO con LUDOVICA VALORI

Tre Allegri Ragazzi Morti - Mi piace quello che è vero

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Deep Purple In Rock

Deep Purple In Rock
Good golly, said little miss molly
When she was rockin’ in the house of blue light
Tutti frutti was oh so rooty
Rockin’ to the east and west
Lucille was oh so real
When she didn’t do her daddies will
Come on baby, drive me crazy, do it, do it
I’m a speed king you go to hear me sing
I’m a speed king see me fly

3 giugno 1970 – viene pubblicato l’album Deep Purple In Rock, che tra l’altro è stato il primo CD che acquistai quando ero adolescente.

Deep Purple in Rock, anche noto come In Rock o Monte Rushmore, è il quarto album dei Deep Purple, e devo dire mi piacque subito sin dal primo ascolto, col suo sound bello potente e diretto.

Generalmente considerato come uno dei primi album hard rock, assieme a Led Zeppelin II dei Led Zeppelin, e Paranoid dei Black Sabbath, è ricordato non solo per le sue tracce nitrogliceriniche, ma anche per la sua caratteristica copertina in cui sono raffigurati i volti dei membri del gruppo (l’album è il primo della seconda formazione dei Deep Purple, la cosiddetta Mark II, con Ian Gillan e Roger Glover al posto di Rod Evans e Nick Simper) come se fossero scolpiti al posto dei presidenti americani sul Monte Rushmore, per cui il titolo dell’album può essere inteso sia come riferimento al genere musicale rock, sia come riferimento all’immagine di copertina raffigurante, appunto, le sculture nella roccia.

Le mie tracce preferite di Deep Purple In Rock sono Child In Time e Speed King.

Child in Time fu uno dei cavalli di battaglia del gruppo nelle performances dal vivo del periodo 1970-1973. Quanto alla sua genesi, Ian Gillan disse che il riff principale fu partorito da Jon Lord dopo che aveva sentito suonare il pezzo Bombay Calling del gruppo It’s a Beautiful Day.

Child In Time è l’unica ballata del disco e dura ben dieci minuti! La traccia si sviluppa sulla melodia cantata in modo sempre più acuto ed aggressivo da Gillan, e tra la prima e la seconda strofa vi è un intermezzo strumentale con cambio di ritmo e l’indimenticabile cavalcata da devasto di Blackmore

Speed King la adoro perchè è il pezzo più veloce e potente di tutto l’album, e include grandi spazi di improvvisazione. E’ stata una delle prime canzoni scritte dalla formazione Mark II nel 1969, e molte parti del testo sono state prese da classici, tra cui Good Golly Miss MollyTutti Frutti e The Battle of New Orleans. Gillan scrisse infatti il testo mischiando frasi tratte da canzoni di Presley, Little Richard e Chuck Berry, e infatti nelle note di presentazione della canzone si legge “A few roots…replanted”. 

https://www.youtube.com/watch?v=pGIIMQJaNmk

E pensare che il disco parte proprio con questa traccia (e non vi dico che sensazioni ho provato quando l’ho ascoltata la prima volta!), con un intero minuto di frastuono assoluto, free form, di quelli che si è soliti aspettarsi magari alla fine del bis nei concerti. Quando Blackmore smette di maltrattare la leva della chitarra e Paice di colpire tutto ciò che, di pelle o di metallo, gli stia davanti, rimane liturgico l’Hammond a disegnare un solenne e mistico tappeto… (cit. Pier Paolo Farina).

 

 

 

 

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Pubblicato il: 03/06/2019 da Skatèna