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ARTISTA A LA VISTA con NARRADOR CALLEJERO

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“Ricordiamo mio padre da vivo: era un uomo che amava la vita” Intervista a Silvia Pinelli

“Ricordiamo mio padre da vivo: era un uomo che amava la vita” Intervista a Silvia Pinelli

di Valentino De Luca

ASCOLTA L’INTERVISTA A SILVIA PINELLI

“Non abbiamo avuto niente da parte dello Stato”- dichiara nell’intervista rilasciata a Radio Città Aperta, durante la trasmissione L’Ottavo Giorno, Silvia Pinelli.
E lo Stato Italiano non ha avuto il coraggio di condannarsi per l’atroce fine toccata in sorte a suo padre  Giuseppe Pinelli, di professione ferroviere, anarchico e frequentatore a Milano del Circolo Ponte della Ghisolfa che il 15 dicembre 1969 cadde dagli uffici della Questura di Milano, dove era stato convocato per accertamenti in seguito all’esplosione, 3 giorni prima, della bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana.

La prima versione, data dal Questore Marcello Guida, fu quella del suicidio (“Improvvisamente il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra che per il caldo era stata lasciata socchiusa e si è lanciato nel vuoto“) , ma nell’opinione pubblica, soprattutto progressista, si formò la convinzione che le cose fossero andate diversamente.

Dopo diversi processi la Giustizia Italiana nel 1975  imputò ad un malore con perdita di equilibrio il volo dalle finestre del 4°piano della Questura, ma recentemente è emersa un’altra verità supportata da un’importante testimonianza.
A parlare è il generale Gianadelio Maletti, già numero due del servizio segreto del ministero della Difesa, il Sid, tra il 1971 e il 1975. Oggi ha 99 anni e, come riporta il FATTO QUOTIDIANO, è stato condannato in via definitiva a 12 mesi di carcere per i depistaggi sulla strage di piazza Fontana ed è latitante in Sudafrica dal 1980.

Maletti parla di incidente non voluto durante l’interrogatorio, il quale avendo provocato esiti fatali causò forte sgomento tra i presenti che spinsero per la versione del suicidio (“Pinelli si rifiuta di rispondere alle domande. Gli interroganti ricorrono quindi a mezzi più forti e minacciano di buttarlo dalla finestra. Lo strattonano e lo costringono a sedersi sul davanzale. A ogni risposta negativa, Pinelli viene spinto un po’ più verso il vuoto. Infine perde l’equilibrio e cade“)

La figura di Pinelli suscita ancora oggi indignazione per tutti coloro che, affidati alle cure dello Stato per qualsivoglia motivo, trovano la Morte in circostanze apparentemente misteriose o non del tutto chiare.
Uno Stato che, proprio come per la strategia della tensione di quegli anni, spesso si è scagliato contro una precisa parte politica tra i propri cittadini, ricorrendo poi a depistaggi ed insabbiamenti che rendevano difficile il cammino di chi, come i familiari di Giuseppe, hanno cercato di percorrere il sentiero della Verità.

Pubblicato il: 18/12/2020 da Valentino De Luca