L’inventore delle copertine dei dischi Steinweiss e le 11 cover piu’ celebri disegnate da Andy Warhol
Alex Steinweiss, graphic designer statunitense, e’ stato l’inventore delle moderne copertine dei dischi. Pensate che fino agli anni Quaranta le copertine dei dischi erano tutte uguali ed essi venivano venduti in anonimi involucri marroni. Steinweiss ebbe la brillante idea di creare delle copertine artistiche, e nel 1939, quando aveva solo 22 anni, venne assunto dalla Columbia Records a cui propose di disegnare, appunto, le copertine dei vinili.
«Volevo che le persone guardando le copertine potessero ascoltare la musica», disse.
La Columbia acconsentì e nel 1940 Steinweiss disegnò la prima copertina illustrata. Si trattava di un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers e Hart, e la copertina raffigurava il tendone di un teatro dai titoli illuminati stagliato sul fondo di un vinile. L’idea di Steinweiss ebbe un enorme successo e in pochi mesi la Columbia incrementò le vendite.
La prima copertina illustrata nel 1940 da Steinweiss per un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers e Hart.
E se Steinweiss e’ stato l’inventore delle copertine dei vinili, Warhol e’ stato tra gli artisti che ne hanno accolto l’eredita’ in modo esemplare.
In quest’articolo vorrei farvi conoscere 11 album che ho scelto tra i circa 60 in totale le cui copertine sono state disegnate da Andy Warhol, ma non senza prima fare la seguente considerazione.
Le nuove generazioni non possono capire cosa si provava una volta nel collezionare musica, la fatica nel cercare e recuperare i dischi. Oggi la musica si fruisce in maniera veloce e gratuita grazie allo sviluppo tecnologico, la si può ascoltare dappertutto e su svariati supporti, dal pc agli smartphones, su youtube, spotify, ecc. Fino a qualche anno fa la si poteva scaricare gratuitamente grazie a programmi di free download come emule o torrent, oggi nemmeno si perde piu’ tempo col download per collezionarla, visto che la si trova a disposizione in rete. Si e’ perso in un certo senso il gusto del cercarla e conservarla, e’ come se ogni singola track avesse perso valore proprio perche’ facilmente reperibile e accessibile da parte di chiunque e in svariati modi. Ma un tempo non era cosi’. Procurarsi un vinile, o anche solo registrare un musicassetta da un vinile o da un cd, richiedeva, oltre che passione ovviamente, tanto impegno, impiego di tempo prezioso e denaro. I vinili poi, per lungo tempo, hanno costituito non solo supporti musicali, ma anche oggetti artistici, infatti il c.d. “packaging fu spesso carattere distintivo di un album, un modo per riconoscerlo, al di fuori del proprio contenuto”.
“Ciò che ne traspare è un concetto di copertina vista come concreta opera d’arte, un modo per completare l’essenza musicale dell’album, per fissare meglio il messaggio voluto dalla band, allontanandosi così dal classico involucro di cartone e divenendo vero e proprio oggetto da collezione. Un fascino che pian piano si è perduto a partire dagli anni ’90, con l’avvento dei CD, e quasi totalmente sovrastato dall’uso sempre più diffuso di iPod e similari” (cit.)
Le cover, inizialmente anonime, col passare del tempo divennero sempre piu’ colorate ed accattivanti. Esempio lampante e’ stata la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club dei Beatles del 1967, realizzata da Jann Hawort e Peter Blake su suggerimento di Paul McCartney, vinse anche un Grammy come “miglior copertina per album”. Per la prima volta la copertina si apriva a libro e sul retro vi erano stampati i testi delle canzoni.
Venne così inaugurata una nuova era: quella delle cover artistiche.
Sempre nel 1967 usci’ un album straordinario, la cui copertina fu certamente innovativa e rivoluzionaria, quella di The Velvet Undergound & Nico, realizzata da Andy Warhol. La banana su sfondo bianco “era in realtà un adesivo che, una volta rimosso, rivelava un’immagine provocatoria ed altamente evocativa”. Sulla copertina infatti vi e’ scritto “peel slowly and see“.
Visto che proprio in questi giorni ha aperto i battenti una mostra dedicata al mito di Warhol al Complesso del Vittoriano, come gia’ anticipatovi, ho pensato di stilare un mini elenco in ordine cronologico di 11 delle circa 60 copertine in totale disegnate dal king della Pop Art, con relativo album musicale presente su youtube.
Si tenga presente che il lavoro di Warhol nel disegnare le cover dei vinili lo ha accompagnato durante tutta la sua carriera, dalle origini (la sua prima cover e’ del 1949) agli ultimi suoi anni di vita.
“Una produzione che consta in più di 60 opere e che si intreccia con la sua stessa evoluzione artistica, quasi ne fosse uno specchio”.
Proprio negli anni Sessanta il mercato musicale esigeva ormai un’immagine al passo con una società in continua evoluzione verso il consumo di massa ed il packaging di conseguenza acquistò sempre più importanza.
1. The Velvet Underground & Nico, 1967 la più famosa delle copertine realizzate da Warhol. Il c.d. “banana album” raffigurava appunto una banana che poteva essere sbucciata e ne usciva fuori un frutto rosa, evidente allusione al pene. Warhol non solo disegno’ la cover dell’album, ma lo produsse anche. Si noti che sulla cover non troviamo nè il nome della band, nè della casa discografica. E’ presente soltanto il nome di Andy Warhol.
2. Rolling Stones: Sticky Fingers, 1971 La fotografia ritrae, sulla parte frontale, un paio di jeans con un evidente rigonfiamento sull’area genitale con tanto di vera zip funzionante cucita sulla stessa. Le fotografie sono di Billy Name, collaboratore di Warhol. Sticky Fingers: ritorniamo a parlare di una delle copertine più celebri della storia del rock.
3. Paul Anka: The Painter, 1976
4. Rolling Stones: Love You Live, 1977, una miscela tra disegno e fotografia per la seconda delle copertine realizzate per i Rolling Stones. Gli scatti ritraggono i membri della band che si mordono fra di loro. L’album presenta due dischi registrati live.
5. Loredana Bertè: Made in Italy, 1981
6. Liza Minelli: Live at Carnegie Hall, 1981
7. Diana Ross: Silk Electric, 1982
8. Billy Squirer: Emotion in Motion, 1982
9. Miguel Bosè: Milano/Madrid, 1983
10. Aretha Franklin: Aretha, 1986
11. John Lennon: Menlove Ave, 1986 è il secondo album postumo di John Lennon uscito grazie al contributo di Joko Ono.
Per concludere, vi invito a leggere questa intervista a Bianca Martinelli, autrice del libro “Andy Warhol Music Show. La prima discografia illustrata dedicata al genio della Pop Art”.
https://www.stilearte.it/bianca-martinelli-alla-scoperta-di-40-anni-di-cover-firmate-warhol/
(Karol aka Skatena)