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La nuova musica indie: su chi puntare un copeco?

La nuova musica indie: su chi puntare un copeco?

La musica italiana fa cagare.

La nuova musica italiana fa cagare.

La musica indie italiana fa cagare.

La nuova musica indie italiana fa cagare.
Ai miei tempi si c’era la musica figa. 

Quando una di queste frasi la dice un trentenne, un quarantenne, un cinquantenne o un sessantenne vengo travolto da un’onda anomala di tristezza. Come per quasi tutte le altre generalizzazioni superficiali. 

In particolare la musica è qualcosa che non dovrebbe mai meritare un approccio superficiale, e la naturale propensione a stare dalla parte di quelli che stanno sul cazzo a tutti mi fa approcciare con simpatia all’ondata del Trap e dei nuovi rapper tutti autotune su cui i critici, specie quelli over 30, sparano in continuazione quintali di letame.

C’è un disco uscito da poco che è in cima alle classifiche di vendita, ed è già difficile quindi parlare di indie anche se sull’indie che va verso i numeri e i riferimenti major sono stati già spesi fiumi di inchiostro. Comunque stamattina mi sono preso un paio d’ore per ascoltare due volte di fila ‘Notti Brave’, il nuovo di Carl Brave. 

E’ un disco di rap caramelloso, e io ho già visto tutti andare in fissa con un “MC rubacuori” quando impazzava ‘Coccinella’ dei ‘Sottotono’ e dicevano che Tormento era riuscito a portare il rap italiano fuori dalla nicchia e dentro le radio.  Sono passati quasi 25 anni.  Qui oltre quell’attitudine romantica c’è, a mio modestissimo vedere, talento. Ci sono contaminazioni che strizzano l’occhio al reggae anche nell’uso dei fiati. Ci sono molte molte buone idee nei testi, e sono quelle cose trasversali che appartengono agli adolescenti di tutte le epoche, come il cercare di forzare la linguetta della lattina quando arriva l’iniziale della ragazza che speri ti corrisponda amore. Molte frasi diventano citazioni, post, scritte sui muri. 

Questa, ormai è stupido negarlo, è la nuova musica italiana. Calcutta, Gazzelle ma anche Sfera Ebbasta, la Dark Polo Gang e sì, anche Carl Brave … Tra 20 o 30 anni chi avrà fatto una grande carriera? E chi si sarà perso e sarà relegato ai revival degli anni dieci nel 2040?

Oggi, se devo puntare il mio copeco, io lo punto su Carl Brave. Non sarà mai la mia musica preferita. Ma anche di Jovanotti tutti dicevano merda quando andò a Sanremo, (che poi a me non è mai piaciuto troppo) ma non si può negare che negli ultimi 30 anni abbia scritto pagine importanti della musica popolare. Quelle cose che volenti o nolenti quando le metti alle feste ti accorgi che tutti le sanno a memoria.

Lo sapete, in questa radio ascolteremmo solo cose che non passa mai nessun’altra radio. Però guardare le nuove onde con curiosità è dovere di un dj, di uno speaker, di uno che ha un approccio curioso alla musica. Ed è questo che ci fa restare sempre quindicenni nonostante gli anni che vanno. Basta ascoltare ‘Professorè’ e siamo liceali. Tenetelo d’occhio questo lungagnone. Ne riparliamo tra trent’anni.

Giovanni Cerro

per radiocittaperta.it 

 

Pubblicato il: 26/05/2018 da giovannicerro