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La pistola taser in Italia? La parola all’Associazione Antigone

La pistola taser in Italia? La parola all’Associazione Antigone

di Valentino De Luca

Il 20 marzo il ministero degli Interni, Direzione anticrimine, ha diramato una circolare diretta a sei questure italiane di grandi città ( Brindisi, Caserta, Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia )autorizzandole all’uso sperimentale della pistola Taser.

Sostituto del manganello più che della pistola, è bene ricordarlo, la pistola Taser spara scariche elettriche con lo scopo di immobilizzare il soggetto fermato qualora si dimostri particolarmente aggressivo o rifiuti l’arresto.

Quest’arma viene abbondantemente utilizzata dalla polizia Usa sin dal 2000 e, secondo i dati Amnesty International, sarebbero stati tra il 2001 e il 2012 più di 500 le persone morte a causa di arresto cardiaco o shock provocato dalla scarica ricevuta, soprattutto nei casi di soggetti già fortemente stressati o instabili psicologicamente.

Inoltre vi è il problema di rivolgere tale strumento contro le donne incinta nei primi mesi di gravidanza, quando non vi è nessuna evidenza esteriore dello stato interessante del soggetto.

Dal punto di vista della procedura di fermo, quando sarà consentito all’agente di utilizzare il taser?
Basterà dimostrare qualsiasi opposizione o protesta per poter essere “taserati”? Vi saranno delle linee guida per l’utilizzo di quest’arma così controversa?

Ne parliamo assieme a Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale.

Pubblicato il: 11/04/2018 da Valentino De Luca